Se lavori nel digitale, questo è il momento dell’anno in cui si pianificano strategie e cambiamenti in vista del 2026. Che tu abbia un sito web, uno o più canali social, servizi come podcast e newsletter, c’è un elemento di cui dovrai necessariamente tener conto. Vale a dire l’impatto di tool e funzionalità AI powered su una serie di attività, tra cui le ricerche degli utenti sui principali motori di ricerca, con Google e Bing in testa.
Il traffico web e AI Overview di Google
La diffusione di AI Overview è senza dubbio uno dei fattori che hanno costretto molti addetti ai lavori a ripensare tecniche e strategie di posizionamento sui motori di ricerca e non solo. Il web si divide attualmente in due macro-categorie: utenti pigri e utenti super esigenti. I primi, quelli che preoccupano di più esperti SEO e digital strategist, sono coloro che, in base ad uno studio condotto nei mesi scorsi dal Pew Research Center, clicca su un link Google anche quando è presente un AI Overview solo nell’8% dei casi, contro il 15% con risultati tradizionali.
Appena l’1%, sempre in base allo stesso studio, clicca sui link citati dentro i riassunti AI. Il 26% degli utenti, infine, chiude la sessione dopo aver letto il riassunto, senza visitare alcun sito esterno. Si tratta delle zero-clic searches: sempre più ricerche si esauriscono senza portare traffico ai siti web. Il cambiamento nel comportamento degli utenti è evidente: gli utenti si informano sempre più dentro gli ecosistemi AI, evitando di consultare siti editoriali o blog.

Il traffico web, nell’era di ChatGPT, tra passato e futuro
I settori più colpiti da questo cambiamento sono l’editoria online, i blog, siti di Q&A e portali verticali (salute, viaggi, tecnologia). Tra i settori meno impattati c’è invece il mondo dell’e-commerce e i siti con contenuti esclusivi, dove l’utente deve comunque entrare/accedere per poter acquistare prodotti o usufruire di servizi specifici. Per gli editori italiani, dunque, la sfida è spostare il valore dal volume di traffico alla qualità con lead qualificati, iscrizioni semplici e costruzione di community autentiche unite da interessi comuni.
Il traffico organico in Italia non è crollato, ma si sta trasformando: meno clic “di massa”, più selezione e fidelizzazione. I chatbot AI non sostituiscono ancora Google, ma stanno cambiando le abitudini di ricerca e riducendo la dipendenza dai prodotti digitali tradizionali come unica fonte di informazione. Nei prossimi mesi, una ulteriore evoluzione dipenderà da come Google integrerà l’AI nella search e da quanto gli utenti italiani adotteranno i chatbot come porta d’ingresso primaria al web.
Come ripensare la tua strategia di traffico web
Se lavori nel digitale e ti occupi di temi specifici (travel, food, beauty, ecc.) devi capire esattamente dove si trova il tuo pubblico, che spesso non effettua più solo ricerche su Google, ma, ad esempio, anche su marketplace e app con motori di ricerca interni. Potrà sembrare una banalità, ma c’è una grande differenza, nell’osservare nuovi trend e cambiamenti, tra il 2024 e il 2025. Dovrai imparare a parlare il linguaggio dell’algoritmo, attraverso contenuti che siano contemporaneamente utili, autorevoli e d’intrattenimento (ma non stupidi), capaci di catturare e trattenere l’attenzione in un’epoca dominata da un intrattenimento sempre più stupido e da contenuti iper-veloci.
Siamo già immersi nell’AI content slop e nel 2026 questa tendenza si rafforzerà. Tornando ai motori di ricerca, non trascurare Bing. Con una quota di mercato su desktop che, secondo StatCounter, si è consolidata intorno all’11.4%, non è più un canale trascurabile, soprattutto per il traffico B2B e professionale. Il suo nuovo valore strategico, poi, è nel fatto che funge da ecosistema sia per Microsoft Copilot che per i chatbot di terze parti, tra cui ChatGPT e Meta AI.

Dalle keyword ai prompt, in stile ChatGPT
L’obiettivo dei contenuti non sarà più solo “posizionarsi” per singole keyword sui motori di ricerca, ma, gradualmente, su long tail keywords prima e su interi prompt (come quelli che impartiamo alle varie AI) poi. L’obiettivo finale è essere la risorsa più completa, autorevole e ben strutturata su un intero topic o cluster di argomenti. Nei mesi scorsi, poi, sono state rilasciate diverse infografiche con la classifica delle fonti più utilizzate da ChatGPT & Co. per il proprio addestramento.
Insieme ai vari Google, YouTube e Wikipedia, spicca il ruolo di Reddit, piattaforma molto utile e ben strutturata al suo interno (con i sub-reddit e i meccanismi di voto) che però non ha ancora spiccato il volo in Italia. Prevedere la presenza del tuo brand o parte della tua content strategy (soprattutto se i testi hanno un’importanza centrale), se sei un creator, può essere senza dubbio una mossa indovinata. Alimentare le conversazioni online legate ai tuoi prodotti/servizi/attività su Reddit, attraverso ambassador e utenti comuni, alle prese con problemi e dubbi reali, può esserti d’aiuto nell’essere selezionato dalle AI per le risposte da offrire agli utenti.
Il traffico web ai tempi di ChatGPT e il ritorno all’e-mail marketing
Un’altra conseguenza, anche nel nostro Paese, dei continui cambiamenti degli algoritmi social e dell’impatto dei tool AI, è il ritrovato interesse verso l’e-mail marketing, anche grazie ai layout grafici più moderni e accattivanti offerti dai provider di questa categoria di servizi. Si tratta di un canale diretto, che non dipende da logiche esterne, e che ha un valore aggiunto evidente: la lista dei contatti appartiene all’azienda. Nessun intermediario può limitarne l’uso o modificarne la portata.
Secondo un’analisi di GetResponse, in Italia il tasso medio di apertura delle email raggiunge il 44,45%, mentre quello di clic si attesta al 2,87%. Dati che, messi a confronto con le performance organiche dei social, mostrano con evidenza i vantaggi di questo strumento. Anche nei servizi di e-mail marketing c’è una componente crescente legata all’AI, ma in questo caso non rappresenta una distrazione ma un aiuto pratico. L’email marketing, se ben strutturato, è uno degli strumenti più efficaci per rafforzare il posizionamento del sito web e dei contenuti social. Permette – insieme ad altre iniziative come offerte personalizzate e newsletter di qualità – di aggirare il rumore di fondo generato dai contenuti AI spesso standardizzati, impersonali e sovrabbondanti.
