Ci sono comici che riescono ad arrivare al pubblico attraverso anni di palchi, ma ci sono anche creator che nascono online, dentro un formato veloce e più colloquiale fatto di sketch e battute che arrivano al cuore degli utenti. La storia di Giada Parisi è, però, un ibrido, un ponte tra due mondi: i social e il teatro. Sui social alterna frammenti di vita, personaggi e riflessioni ironiche sulla società, con una buona dose di autoironia (suo marchio di fabbrica).
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Giada Parisi, così da conoscere meglio lei e la sua stand-up comedy che conquista TikTok e gli altri social. Giada ha ripercorso le sue origini, i primi esperimenti con le telecamere, il percorso comico e creativo, il rapporto con la community e i progetti futuri.
Chi è Giada Parisi, comica e creator amata sui social
Per capire Giada, bisogna partire da casa sua, dalla sua bellissima famiglia. Definisce i suoi genitori “pazzerelli”. Suo papà si chiama Andrea ed è pugliese, mentre sua mamma Lidia è francese.
Due anni fa ho scoperto che, in realtà, mia mamma si chiama Lydie. Ha cambiato il nome per renderlo più accessibile agli italiani.
Suo padre ha sempre lavorato come falegname, mentre sua madre – prima di avere figli – ha fatto molti lavori: ha, infatti, lavorato come cameriera e commerciale per trucchi, tra le altre cose.
Quando siamo nati noi, si è dedicata ai figli e, quando siamo cresciuti, ha iniziato un lavoro part-time come addetta mensa nelle scuole.
Giada ha studiato Marketing e Comunicazione alle superiori ed è laureata in Comunicazione. Si tratta di una formazione certamente in linea con il suo ruolo da creator e comica. Giada ama anche la musica e il canto e le piacerebbe studiare jazz.
La mia cantante preferita, al momento, è Raye. prima era Beyoncé.
Le sue serie preferite sono, invece, Game Of Thrones e Sherlock.
Le prime riprese: la telecamera rubata e la scoperta della comicità
Giada non è diventata creator per caso: ha, infatti, sempre avuto un rapporto privilegiato con la videocamera. Da bambina, la rubava al padre per filmare amici, vacanze e momenti di vita quotidiana. Era la bimba che voleva documentare tutto.
Ho sempre fatto video. Anche da bambina rubavo la telecamera a mio padre per riprendere. A scuola mi piacevano i video emozionali. Anche quando partivo per le vacanze con gli amici, io ero quella che portava la telecamera. Poi sono diventata videomaker per caso.
La passione si è, quindi, trasformata in lavoro quando ha iniziato a fare la videomaker, quasi senza accorgersene. Sono stati i suoi amici a illuminarla sul suo futuro.
Un giorno, un amico mi ha aperto gli occhi dicendomi: ‘Sei molto simpatica, dovresti fare la comica’. Il mio migliore amico, Davide Spadolà, poi mi ha corretto il primo pezzo comico e mi ha indirizzata verso un’accademia: l’Accademia del Comico di Milano.
Da quel momento, Giada ha iniziato a misurarsi con la stand-up comedy, ma online i primi video non funzionavano. Il punto di svolta è, però, arrivato in modo inatteso.
Fino a quando, un giorno, dopo una visita medica dove i medici mi avevano fatto firmare un foglio garantendo loro che non fossi incinta, mi è venuto da ridere. ho preso il telefono e ci ho fatto un video, dicendo: ‘Non sono incinta. Mi piace la pasta al ragù’.
Il video spontaneo è subito diventato virale, facendole capire quanto fosse forte l’autoironia. Può funzionare tantissimo.
Le idee di Giada Parisi, vita reale, invenzione pura, scelte ed errori
Una delle domande più frequenti per un comico è: “Da dove nascono le idee?”. Per Giada, la risposta è duplice: arrivano dalla vita reale, da ciò che vede e sperimenta, ma anche da lampi improvvisi, da intuizioni che nascono dal nulla.
Mi piace prendere spunto dalla vita di tutti i giorni e, a volte, me le invento. Arrivano così, dal nulla.
I suoi sketch parlano di noi, delle nostre giornate, dei lavori che facciamo, dei clienti che incontriamo e delle piccole assurdità della società. Giada ammette che nei suoi personaggi ci sono lati caratteriali che, nella vita reale, non ha.
A volte, mi piacerebbe essere davvero antipatica come miei certi personaggi, ma non riesco. Forse, è per questo che mi piace molto fare i personaggi antipatici: mi fanno entrare in panni non miei.
I suoi riferimenti iniziali sono tutti internazionali: Taylor Tomlinson, Iliza Shlesinger e Ali Wong. Negli anni, però, si è scoperta un ibrido: di non voler scegliere tra stand-up e personaggi.
Mi piace la stand-up, ma anche i personaggi. Mi piace tutto. Come italiani, credo che Max Angioni abbia un modo pazzesco di stare sul palco. È sempre lui. Katia Follesa per me è una Dea.
Ma ha mai pubblicato qualcosa che ha, poi, voluto cancellare? Agli inizi, ha cancellato alcuni video politici: sentiva la pressione di dover parlare di certi temi per avere una voce, ma quel linguaggio non era suo.
All’inizio, avevo cancellato dei video politici, perché sentivo la pressione di doverli fare per forza per avere una voce. Così, mi sono concentrata su quello che sento e, in questo momento, è la società: tutte le persone e personaggi che incontriamo, che ci trattano male o con poco rispetto e ne parlo attraverso i miei personaggi.
È lì che Giada Parisi trova il suo spazio comico e narrativo.
Il processo creativo e i temi che ama di più
Quanto tempo richiede la realizzazione di un video comico, dall’idea alla pubblicazione? Quando l’idea è chiara, Giada scrive in mezz’ora. Se l’idea non c’è, ci vuole di più.
Tendenzialmente, scrivo in mezz’ora se ho già l’idea, altrimenti non so dare una tempistica perché mi perdo nella mia mente. Per girare, ci metto circa venti minuti, perché deve essere tutto come dico io. Per montare sono veloce, sempre mezz’ora. Ecco… mezz’ora è la mia unità di misura.
Della scrittura, Giada ci dice che è un processo bellissimo, così come interpretare è divertente.
Al montaggio accade la magia, pubblicare è una scommessa. Sono tutte fasi meravigliose. Forse, quella che mi piace di più, ad oggi, è la scrittura, ma solo perché è molto rilassante.
Negli ultimi mesi, si è appassionata ai lavori degli altri: maestre, commesse, impiegati, addetti ai servizi. Avendo lavorato in ufficio, conosce bene quel mondo, ma si diverte a immaginare le frustrazioni e le situazioni di professioni che non ha mai svolto.
Mi piace mettermi nei lavori degli altri, provare ad immaginare quali problematiche o sbattimenti possano avere le persone durante la giornata. Avendo lavorato per anni in ufficio, ho ben presente le problematiche da ufficio, ma quelle delle maestre o delle commesse o qualsiasi altro lavoro non le conosco. Mi piace immaginare e ci prendo spesso.
È la prova che l’osservazione può diventare un mezzo comico non di poco conto.
Da TikTok a Instagram, i social di Giada Parisi
Giada Parisi è presente su social come TikTok, Facebook, YouTube e Instagram. Qui, ad esempio, i follower sono ben 181mila circa.
Il mio mestiere è vivere la vita. Comica, stand-up comedian, cabarettista. Suono (male) l’ukulele.
Il rapporto con il pubblico è fondamentale. Con gli utenti più affezionati, si è creato un legame speciale. Ma come reagisce quando riceve critiche o commenti negativi?
Devo dire che di critiche non ne ricevo tantissime, però fa parte del lavoro. Se una critica è educata, la leggo sempre e ci penso, perché può sicuramente aprirmi pensieri che non avrei immaginato.
Le critiche, se educate, le accoglie e le considera un’opportunità di riflessione. Ci racconta di una ragazza che, dopo averla vista a Zelig On, le ha scritto che la fa più ridere online che in TV.
Ci sono rimasta, ma poi ho pensato che, effettivamente, sono due cose totalmente diverse, due mezzi e due linguaggi. Però, mi ha fatto pensare: ‘Come posso rendere tutto fruibile con mezzi differenti?’
Disagiada, un sogno e il progetto più importante
Disagiada è, invece, il nuovo spettacolo a teatro di Giada Parisi che, con suoi personaggi social e non solo, porta in scena alcune delle più grandi domande della vita. Ma quale altro progetto le ha dato più soddisfazione finora?
Lavorare sulla mia mente. Io sono una persona molto ansiosa, che ha la mania del controllo. Ho scelto un lavoro che non ammette nessun tipo di controllo. Prima di salire sul palco, tu non sai quello che accadrà. Inizialmente, ci stavo male. Ora, come per quando pubblico un video nuovo, mi tuffo nel vuoto.
Per Giada, quindi, il progetto più importante è stato lavorare sulla sua mente. C’è un consiglio che darebbe a chi vuole iniziare questo lavoro?
È difficile. Soprattutto quando non si hanno i risultati immediati, ci vogliono pazienza e credibilità. Bisogna cercare il proprio perché e non dimenticarlo mai.
Giada sogna anche di fare un film, più per curiosità che per ambizione.
Mi piacerebbe fare un film solo per capire com’è stare nei panni di altri, oltre i miei video. Ma il mio sogno nel cassetto è riuscire a vivere di risate, facendo stare bene me e gli altri.
Vivere di risate, far stare bene se stessa e gli altri, ogni giorno, è un sogno che guida ogni suo passo, dal palco alla telecamera del telefono.
Immagine del profilo foto credit account Instagram @parisigiada_
