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Cocktail di like: le strategie social dei brand italiani di spirits

Oltre al cibo tanta gente ama condividere sui social media anche foto di cocktail, sia che vengano consumati al tavolo di un ristorante o in mezzo a una pista da ballo con il bicchiere in mano. Oltre al venerdì e al sabato sera, anche in settimana diverse persone pubblicano post o storie di uno spritz o di un mojito.

I giovani, anche se non tutti frequentano le discoteche, risultano la fascia di utenti più sensibile alla condivisione sui social media. Secondo un’indagine di CGA by NIQ sulle abitudini dei giovani legate ai drink, il 48% degli intervistati oltre al gusto, se si trova in un pub o in un ristorante ordine un cocktail o una birra tenendo conto anche “dell’instagrammabilità” del prodotto, cioè del potenziale fascino sui social media.

Aperol e Campari: quando il drink diventa storytelling

In Italia la percentuale (giovani e senior) che valuta l’impatto social di una bevanda è del 47%, e l’Aperol Spritz è il cocktail più condiviso. Oltre ai clienti esistono tanti content creator che realizzano foto e video legati alle bevande. Alla fine di ottobre il programma tv americano Good Morining America ha mostrato la preparazione di cocktail alcolici con effetti tipici di Halloween come le ragnatele e il sangue. Il video è stato condiviso su YouTube e ha registrato diverse visualizzazioni in poco tempo, segno che il racconto dei drink si presta bene alla comunicazione social.  

Così, diversi marchi di bevande e liquori hanno iniziato ad attuare nuove campagne social per coinvolgere gli utenti. Come Aperol, che oltre a realizzare contenuti legati alle sue bottiglie ha allargato la comunicazione ai suoi locali. Sui principali social media si trovano account dedicati a Terrazza Aperol Milano e a Terrazza Aperol Venezia. La strategia di Aperol unisce la comunità e il gusto, due elementi che da sempre hanno contraddistinto il marchio. Questo connubio si nota in tutti post, che siano messaggi auto promozionali, collaborazioni o che valorizzino il territorio. Uno degli ultimi reel rappresenta due mani che brindano con l’Aperol Spritz e sullo sfondo compare la scritta “Ci avete mai fatto caso che Aperol e amore iniziano con la A?”.

Eventi, testimonial e Red Passion: la strategia Campari

Come dimostra il caso di Aperol, è possibile sfruttare le potenzialità dei social media per comunicare il proprio brand. Un cocktail infatti non è solo un prodotto da consumare, ma racchiude in sé altre esperienze. Campari, che della classe ha fatto il proprio segno distintivo, oggi promuove il suo stile su tutti i social media, a cominciare da YouTube, dove da quest’anno va avanti Red Icons, una serie di interviste realizzate da Giulia Valentina alle personalità dello spettacolo e della musica e della cultura e mentre parlano sorseggiano un aperitivo. La prima domanda che rivolge agli intervistati è se hanno dei rompighiaccio, cioè un argomento per iniziare una conversazione con nuove persone. Le domande vertono suoi gusti e sull’estetica, proprio per raccontare la bellezza anche con l’apporto di altre persone. Anche su Instagram si comprende il valore della raffinatezza di Campari: sugli account si racconta l’intero brand sia sul fronte italiano che internazionale.

Campari è stato inoltre partner dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia e per tutta la durata delle manifestazione i social media manager hanno condiviso contenuti legati all’evento che hanno avuto per protagonisti attori, attrici e registi. Margherita Vicario, Fotini Peluso e Federico Cesari sono stati alcuni dei volti. Buona parte dei contenuti hanno come elemento comune lo slogan Red Passion, slogan distintivo del marchio italiano. Ovviamente non mancano riferimenti ai drink, e uno di quelli che ha riscosso più successo tramite foto e video è stato il Negroni.

Anche l’account Campari International, come quello italiano, ha dato spazio alla festa del Cinema di Venezia, ma ha riservato maggiore attenzione ai testimonial internazionali come Sarah Michelle Gellar e Mads Mikkelsen.

Sempre carichi di stile ma più simpatici i contenuti di Campari Soda. Una dimostrazione è la serie Il Rito dell’aperitivo, una collezione dei disegni dell’illustratrice Giulia Serafin che raffigurano persone che bevono il Campari in diverse situazioni. Anche con i video Aperol Soda comunica il proprio senso di convivialità: la scorsa estate ha condiviso una raccolta di video in cui la content creator Eva Calvani ha fatto delle interviste, e lo scorso ottobre i social media manager hanno postato dei resoconti di feste a tema Campari che si sono svolte a Cagliari e a Ravenna.

Dunque, Campari attraverso i suoi contenuti ha tenuto fede al brand che ha raccontato in questi decenni.

Bacardi e l’attenzione ai più giovani

Rispetto agli atri canali di comunicazione di internet, i social media si distinguono anche per le potenzialità degli influencer e anche nel settore del beverage è possibile trarre vantaggio grazie al loro apporto. Bacardi già da qualche anno ha ridotto gli investimenti nella pubblicità televisiva a favore delle campagne social, coinvolgendo diversi autori. Tra giugno e luglio infatti si è affidato a Sheela Wave e Sincerely Reneze per documentare il festival EDC che si è svolto a Las Vegas. Oltre agli influencer tradizionali, anche con personaggi famosi in altri settori è possibile conquistare le preferenze del pubblico social, soprattutto se si tratta di personaggi giovani e divertenti come la cantante Camila Cabello che lo scorso anno ha lanciato la canzone I Luv it proprio negli spot di Bacardi, che hanno avuto successo anche sui canali social.     

A ottobre il marchio dal pipistrello ha presentato una collaborazione con l’attore Harbey Gullein con episodi in chiave comica dove si possono vedere delle bottiglie. Sempre nel mese di ottobre, ma in occasione di Halloween, la cantante Janelle Monáe è stata la testimonial social della festa in maschera Woodween che si è tenuta a Los Angeles e sponsorizzata da Bacardi.

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