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La previdenza degli influencer finalmente è realtà: ecco cosa dice la circolare dell’INPS

Se il tuo sogno è sempre stato quello di svolgere la professione di content creator, impegnandoti e rispettando le regole, da qualche settimana hai delle certezze in più. Stiamo parlando delle opzioni ora disponibili per un corretto inquadramento previdenziale per influencer, gamer e simili. Opzioni messe nero su bianco dall’INPS, attraverso la circolare numero 44 del 19-02-2025.

Le novità 2025 per gli influencer

La circolare segue di qualche settimana l’introduzione di altre novità importanti, in particolare l’introduzione di un codice Ateco dedicato73.11.03 – da abbinare alla propria partita Iva e l’entrata in vigore della Digital Chart IAP, l’Istituto per l’Autodisciplina Pubblicitaria. Se dunque, come scopriremo presto, è ancora possibile praticare in modo amatoriale l’attività di content creator, si va più in generale verso un inquadramento più preciso della professione, sotto tutti gli aspetti rilevanti. Ciò per evitare il proliferare, sui social, di furbetti e di altre situazioni poco chiare (sponsorizzazioni non dichiarate, tasse e contributi non pagati, ecc.).

Chi sono i content creator secondo la circolare dell’Inps

Passiamo ora ad analizzare nel dettaglio le previsioni contenute nel documento, a partire dalla definizione di content creator e di contenuto digitale. Per attività di creazione di contenuti digitali si fa riferimento all’elaborazione di contenuti scritti, immagini, registrazioni video, audio o dirette live da rendere disponibili attraverso le piattaforme digitali.

“Gli operatori che si dedicano all’attività di creazione di contenuti (c.d. content creator) – si legge poi nella circolare – possono svolgere tale attività in forma amatoriale (produzione dei contenuti per hobby) o con l’obiettivo di trarne una fonte di reddito (principale o secondaria)”. Il primo elemento a cui prestare attenzione, per non cadere in confusione, è il riferimento – da parte dell’ente di previdenza – al fatto che i content creator non svolgono necessariamente la propria attività a fronte di specifiche richieste di prestazione di servizi, associate al pagamento di un compenso.

Infatti possono valorizzare le proprie opere sul piano economico in modo indipendente, attraverso forme di pagamento diretto o facendo ricorso a meccanismi come l’inserimento di contenuti pubblicitari, le sponsorizzazioni, la creazione di merchandise da vendere online e altro. L’articolo 1 prosegue con l’elenco dei modi in cui un content creator può trarre profitto dalla propria attività, con riferimento anche al ruolo di intermediazione svolto dalle agenzie e a tutti gli attori che possono contribuire all’inizio di una collaborazione: brand, media agency, talent agency, content creator.

La distinzione tra influencer e content creator

Passiamo all’articolo 2 della circolare n.44 del 19/02/2025 dell’Inps, che disciplina altri due aspetti importanti: chi rientra nella categoria dei content creator e le differenze tra creator ed influencer. Nell’ambito dell’attività di creazione di contenuti, il content creator rappresenta una “macro categoria” all’interno della quale ne troviamo una più peculiare, quella degli influencer. L’influencer è colui/colei che, in ragione della sua popolarità e del credito maturato tra gli utenti delle piattaforme, risulta particolarmente idoneo ad orientare opinioni e gusti del pubblico.

Sotto un profilo diverso – specifica poi l’Inps – i content creator possono essere definiti attraverso una moltitudine di professionalità flessibili, mutevoli e contraddistinte dal mezzo di diffusione utilizzato o dal tipo di contenuto realizzato. Tra queste professionalità, ad esempio, rientrano youtuber, streamer, podcaster, instagrammer, tiktoker, blogger, vlogger, ecc. Chi gode di un seguito particolarmente ampio ed è in grado di influenzare – ovviamente in modo legale – le scelte e le preferenze d’acquisto del pubblico, rientra nella categoria degli influencer. Infine, per la peculiarità dell’attività, la circolare menziona anche le figure di pro gamer e cyber atleti impegnati professionalmente nelle discipline degli eSports, gli sport elettronici.

Le opzioni per l’inquadramento fiscale e previdenziale degli influencer

Veniamo alle opzioni previste per le categorie professionali che abbiamo appena descritto. Il primo esempio è la professione come risultante di più attività, nelle quali gli elementi organizzativi prevalgono su quelli personali. Cioè si ha l’utilizzo prevalente dei mezzi di produzione rispetto agli elementi personali, come ad esempio la vendita di video o la gestione di banner pubblicitari.

In questo caso si tratta di un’attività economica del settore commerciale/terziario, con obbligo di svolgimento in forma di impresa e conseguente iscrizione alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA). Ciò include l’attribuzione del corrispondente codice Ateco – tra cui il 73.11.02 per “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari” – da cui deriva l’obbligo di iscrizione alla gestione speciale autonoma degli esercenti attività commerciali. Ulteriori fonti di reddito possono essere eventualmente ricondotte ai regimi previdenziali previsti per il lavoro autonomo.

Libera professione con partita Iva e Gestione separata Inps

E se invece non sussistono i requisiti di attività svolta sotto forma di impresa, ma si tratta di un singolo libero professionista che svolge l’attività in modo occasionale o abituale? Le caratteristiche prevalenti dell’attività di content creator, in questo caso, sono la prestazione di servizi attraverso un lavoro senza vincoli di subordinazione o para-subordinazione, con prevalenza di attività personale e intellettuale. In sintesi, ciò che normalmente rientra nella definizione di prestazione libero-professionale.

Sul piano fiscale i compensi percepiti devono essere trattati come redditi da lavoro autonomo e, sul piano previdenziale, resta l’obbligo di iscrizione alla gestione separata dell’Inps. L’attività viene considerata abituale (e non occasionale) valutando elementi come la partita IVA con attribuzione di un codice Ateco riconducibile all’attività di content creator, il reddito denunciato tramite i modelli fiscali, la fatturazione di compensi e il pagamento dei costi sostenuti per lo svolgimento dell’attività o l’iscrizione ad associazioni di categoria. Tuttavia, l’attività può essere svolta anche in maniera occasionale: l’obbligo di iscrizione alla gestione separata è previsto se dal lavoro autonomo svolto in forma occasionale deriva un reddito pari o superiore a 5.000,00 euro.

Influencer eSports e lavoratori dello spettacolo

Ci sono poi altre due casistiche da menzionare. La prima è l’attività di content creator con carattere artistico, culturale o di intrattenimento, soprattutto per attività retribuite volte alla realizzazione di prodotti audiovisivi con specifica destinazione pubblicitaria. In questi casi, i professionisti sono considerati lavoratori dello spettacolo e, di conseguenza, obbligatoriamente assicurati al Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo (FPLS). Per quanto riguarda i cyber atleti, infine, i rapporti possono essere riconducibili alla disciplina, anche previdenziale, del lavoro sportivo, sempre che la disciplina specifica sia stata riconosciuta dal CONI.

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