Settembre è arrivato: dopo qualche settimana di meritato riposo e di digital detox, tempo di ritorno in ufficio. Meglio non farsi trovare impreparati: la sciatteria digitale non è un buon biglietto da visita, soprattutto se sei alla ricerca di nuove opportunità e di nuove connessioni sul lavoro. Il social professionale per eccellenza, come ben saprai, è LinkedIn, di proprietà di Microsoft dal 2016. Una bella rinfrescata al tuo profilo è proprio quello che ci vuole per ripartire con il piede giusto.

Consigli sempre validi per un profilo LinkedIn efficace
Prima di passare alle novità basate sulle funzionalità basate su AI, come è giusto che sia per rimanere al passo coi tempi e semplificare le tue attività, partiamo da alcuni consigli sempre validi, sia per chi è presente da tempo su questa piattaforma che per i nuovi arrivati. Non andare di fretta e prenditi il tempo necessario. L’aggiornamento di ciò che può essere considerato a tutti gli effetti il tuo CV in veste social richiede un approccio diverso dalla condivisione dell’album delle vacanze su Instagram.
Innanzitutto, definisci il tuo obiettivo professionale: vuoi cambiare lavoro, rafforzare il tuo brand personale o espandere la rete di contatti? Ogni obiettivo richiede un approccio su misura, in termini di sezioni dell’account da valorizzare, scelta delle parole da usare e degli strumenti (post sponsorizzati, pubblicazione di articoli o di newsletter, ecc.) su cui puntare. Fai un audit completo del tuo profilo: verifica che tutte le sezioni siano aggiornate, coerenti e ottimizzate. Se necessario, non procedere in una sola sessione. Apporta un primo round di modifiche, effettua una prima revisione e poi riprendi il giorno dopo. Avrai tempo per riflettere su ciò che hai pubblicato e su eventuali dimenticanze.
Foto profilo LinkedIn e nuove competenze
Se la tua foto profilo, anche se curata e professionale, ha ormai qualche anno di vita e non riflette più la tua immagine lavorativa (oltre che anagrafica), forse è arrivato il momento di sostituirla con una più attuale. A te la scelta su come realizzarla: fai-da-te se sei bravo nell’uso dello smartphone (inquadrature, luminosità, ecc.) e delle app per il fotoritocco o ricorso ad un fotografo professionista se il ruolo e le aspirazioni lo richiedono. Come sempre, grooming, abbigliamento ed eventuale sfondo dovranno essere in linea con il tuo settore professionale.
Se negli ultimi mesi hai acquisito nuove competenze (attraverso corsi di formazione, ecc.), evidenziale sia nel riepilogo generale che nelle sezioni specifiche del tuo profilo. L’era dell’AI è già una realtà anche per il lavoratore “medio”: valorizza il tuo know how in materia (uso di tool specifici, abilità nel prompting, ecc.) dove necessario. Siamo già in una fase in cui rimanere indietro – in quanto a familiarità con l’intelligenza artificiale generativa (e, in molti casi, anche predittiva) – potrebbe penalizzarti, visto che la penetrazione di questi strumenti è sempre più diffusa e aggiornamenti e nuove release sono pane quotidiano.
Settembre, rimanendo in tema, può essere un buon momento per iscriverti a newsletter e/o podcast ben curati sul mondo dell’intelligenza artificiale, dando la priorità ai contenuti con un taglio pratico e orientato ai risultati. Nel riassumere le tue abilità legate all’AI sforzati di non essere troppo generico. Spiega brevemente come usi l’AI per risolvere problemi specifici del tuo settore e come ciò ti aiuta ad essere più produttivo, ma rimanendo autentico.

Ottimizzazione SEO e GEO del profilo LinkedIn nel 2025
Un’altra transizione già evidente oggi – e ancor di più nei prossimi anni – è data dalla coesistenza dell’ottimizzazione in chiave SEO e dell’ottimizzazione in chiave GEO anche dei profili social. La “tradizionale” strategia SEO punta a migliorare la visibilità del proprio account nei risultati di ricerca, sia internamente su LinkedIn che su motori esterni come Google. Come? Inserendo keyword strategiche – accuratamente selezionate – in headline, riepilogo, esperienze e competenze, per intercettare le query degli utenti.
E ancora: ottimizzando post e articoli non solo con keyword rilevanti ma anche creando URL personalizzate con un link LinkedIn chiaro e memorabile, in grado di migliorare il posizionamento dei contenuti stessi. Ricorda che profili ben curati e attivi vengono premiati dagli algoritmi con maggiore visibilità, anche fuori da LinkedIn. Come già detto, però, viviamo nell’era dell’AI e dobbiamo quindi tutti familiarizzare anche con la GEO, acronimo di Generative Engine Optimization, ovvero l’ottimizzazione studiata per comparire nei testi generati da strumenti come AI Overview di Google e simili.
Come essere AI friendly su LinkedIn nel 2025
La GEO è una disciplina nata da poco, quindi in costante evoluzione. Al momento, gli esperti suggeriscono di puntare su contenuti AI friendly, quindi scritti in modo chiaro, autorevole e facilmente “recuperabile” dai modelli generativi. Usa frasi complete ben strutturate, inserite in un contesto chiaro e ben spiegato, e dal chiaro tono informativo. Autorevolezza e trasparenza sono un must: bio dettagliata, esperienze verificabili, link a fonti attendibili. Attenzione a keyword iper-inflazionate come “serio”, “affidabile” e simili: da sole non ti aiuteranno a distinguerti dalla massa.
Importante, ai fini della GEO – e più in generale nell’ambito di una content strategy ampia e ben strutturata – la presenza su più canali con articoli, newsletter e post coerenti con la tua immagine professionale anche fuori da LinkedIn (blog, Substack, e-mail marketing, altre piattaforme social, podcast, ecc.). Se desideri aumentare le probabilità di apparire nei risultati generati dalle AI, il tuo profilo e i tuoi contenuti dovrebbero essere pensati e strutturati per rispondere a domande come: “Chi sono i migliori esperti di marketing in Italia?”.
Costruisci una reputazione digitale unica e “citabile” anche in ambienti zero-click. Una delle criticità delle AI, ad esempio, è infatti legata alle omonimie. Se in Italia ci sono più persone con il tuo stesso nome che svolgono il tuo stesso lavoro – o comunque una professione simile – l’AI, a meno di prompt ultra dettagliati, può non essere in grado di distinguere una persona dall’altra, generando dunque risultati non accurati.
Perché gli italiani trovano LinkedIn difficile da usare?
Ricorda che, anche se il tuo profilo non è perfetto, sei comunque sulla buona strada. In Italia, infatti, LinkedIn viene ancora percepito con una certa diffidenza. Perché? Ad esempio per mancanza di cultura del personal branding. In Italia, il concetto di “vendere sé stessi” è ancora visto con scetticismo. C’è ancora una certa tendenza a privilegiare la discrezione, il non esporsi troppo rispetto all’auto-promozione, che su LinkedIn è invece fondamentale. Il profilo, poi, viene percepito come “statico”. Molti utenti lo vedono ancora come un CV digitale da aggiornare solo in caso di necessità.
