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Pokémon, cinema e creatività: il multiverso di Mauro Zingarelli

Allenatore di Pokémon e appassionato di cinema, Mauro Zingarelli è un regista e content creator, che ha saputo ritagliarsi uno spazio nel cuore di migliaia di follower. Mescola nostalgia pop, storytelling visivo e cinema in contenuti che divertono e, allo stesso tempo, fanno scoprire qualcosa di nuovo.

Divulgatore cinematografico, in questa intervista Mauro Zingarelli racconta se stesso, il suo cinema, i social e che cosa significa oggi essere un artista digitale che lavora a cavallo tra passione e professione. Scopriamo insieme il multiverso di Mauro Zingarelli tra creatività, Pokémon e cinema.

Chi è Mauro Zingarelli, regista e divulgatore cinematografico

Nato il 7 marzo 1991 a Foggia, Mauro Zingarelli è conosciuto come sceneggiatore, regista e divulgatore di cinema e serie TV. Diplomato in Regia alla NUCT, ha iniziato sin da piccolo a interessarsi al mondo del cinema.

In realtà, la mia è una storia relativamente banale. Nasco in una famiglia che non ha nulla a che fare con il cinema, ma mi ha sempre spinto a leggere, guardare, esplorare. Una cosa che ricordo molto bene, ad esempio, è mio padre che mi insegna La Livella di Totò.

Il supporto della famiglia è sempre stato molto importante. Da quel momento in poi, ha cominciato a recitare, frequentando diversi corsi di recitazione e girando dei piccoli cortometraggi. Mauro non ha mai mollato l’obiettivo e, dopo aver frequentato il primo anno di Medicina all’Università di Foggia, ha capito che non era quello che voleva fare.

Mi sono trasferito a Roma per frequentare un corso di cinema e, da lì, non mi sono più girato a guardare indietro.

Della sua vita privata non parla molto, sebbene sia fermamente convinto che sui social non ci si debba sempre mostrare perfetti: “In generale, cerco di evitare di sovra-condividere gli aspetti privati della mia vita o le mie difficoltà. Questo non significa che sui social ci si debba mostrare sempre vincitori eh, anzi”.

Però, ho sempre l’impressione che, anche se con un intento inizialmente sincero, condividere troppo della propria sfera privata finisca per trasformarla in contenuto, un prodotto da vendere al proprio pubblico, con tutte le problematiche che questa cosa comporta. Quindi, evito di farlo se non strettamente necessario.

L’inizio della carriera da content creator e oggi

Mauro Zingarelli è da sempre legato al mondo di YouTube. È stata, infatti, proprio questa piattaforma a farlo conoscere al pubblico.

Sono sempre stato estremamente appassionato del mondo di YouTube e l’ho usato, fin dall’inizio, per condividere i miei lavori e trovare uno spazio per esprimere la mia passione per il cinema.

Grazie a YouTube, infatti, ha iniziato a sperimentare e condividere la sua passione per il cinema pubblicando cortometraggi e piccoli sketch.

A un certo punto, collaborando spesso con Slim Dogs, la casa di produzione fondata da Matteo Bruno (Cane Secco su YouTube), è nata l’idea di portare questa mia ossessione fastidiosissima di spiegare sempre come venivano fatte le scene dei film in un format su YouTube.

Da qui è nato Come Ca**o Hanno Fatto, per spiegare il “dietro le quinte” dei film in un format dedicato in cui parlare di come vengono realizzate le scene più complicate del cinema. Un progetto nato per gioco, ma che è diventato parte dell’identità online di Zingarelli.

Da lì, poi ho continuato a farlo anche sui miei profili social Instagram e TikTok e ora, in ogni social media, si corre il rischio di trovare me che assillo il prossimo su come vengono realizzati i film.

Oggi, creare un contenuto divulgativo richiede tempo, impegno e pazienza. Potrebbe sembrare facile e veloce, ma c’è un gran lavoro dietro, soprattutto per riportare notizie interessanti, complete e con una accurata verifica delle fonti per non contribuire alla disinformazione.

Alcune cose le so già da tempo, quindi si tratta solo di metterle giù in maniera comprensibile. Altre rimangono nella mia testa più a lungo, mentre raccolgo informazioni aggiuntive che possano rendere il contenuto completo e interessante. Sicuramente c’è una fase che non salto mai, ovvero un controllo accurato delle fonti. Sembra banale ma, purtroppo, in un mondo fatto di rumour riportati senza nessuna conferma per me è essenziale non contribuire a questo fenomeno.

La carriera di Mauro Zingarelli: perché ha scelto la regia e il racconto del cinema dietro le quinte

Perché Mauro non si è limitato a commentare i film, ma ha scelto di raccontarli dall’interno, mostrando il lavoro nascosto dietro ogni scena? È diventato non solo un divulgatore, ma anche un regista capace di trasformare la passione per il cinema in un progetto narrativo e visivo ma non solo.

È stato un naturale processo legato alla mia crescita professionale. Io sono un regista prima di essere un content creator e, per questo, ho sempre fatto ricerca su quello che era il mio campo. A un certo punto, ho iniziato a raccontarlo e ora le due cose vanno di pari passo: più avanzo nella mia carriera, più imparo e più mi viene voglia di condividerlo.

Quando si parla di regia e di passione per il cinema, spesso tutto nasce da un momento preciso: un film che colpisce, una storia che cambia la prospettiva, un’emozione che rimane. Anche per lui è stato così: un momento in cui ha capito che non voleva solo guardare i film, ma crearli.

C’è stato un importante uno-due nella mia adolescenza, tra la saga di The Lord of the Rings e Fight Club. Uno raccontava un mondo incredibile, talmente vasto e affascinante da contenere un’infinità di sotto-storie all’interno. L’altro, al contrario, era una rappresentazione molto cruda (anche se comunque fantasiosa) del mondo che ci circonda e con uno dei colpi di scena più famosi della storia del cinema. Ho visto entrambi e ho detto: ‘Voglio fare agli altri quello che questi film hanno fatto a me’.

Nella sua carriera, Mauro ha lavorato nella pubblicità, a vari cortometraggi e ha partecipato a lavori come Nostos (2022) e Ti Prego (2020). A proposito di Nostos, il cortometraggio è stato anche presentato alla 79a Mostra del Cinema di Venezia ed è stato distribuito su RaiPlay.

Dai film alle serie TV: cosa lo ispira davvero e le storie che lo hanno formato

Il lavoro di Mauro Zingarelli non nasce dal nulla, ma è alimentato da riferimenti, passioni e mondi narrativi. Dalle saghe fantasy ai videogiochi, dagli anime ai grandi classici della serialità, ogni formato incide molto sul suo immaginario creativo.

Soprattutto quando colgo un dettaglio che mi sembra possa essere esplorato più a fondo. Magari, c’è un personaggio secondario, un codino di una scena, un passaggio di un dialogo che mi fa pensare: ‘Questa cosa potrebbe essere ampliata in maniera molto interessante’ e, magari, da lì parto a creare qualcosa di mio.

Se potesse dirigere un nuovo adattamento, Mauro ci ha raccontato che amerebbe lavorare su Wanted, ovvero “un fumetto di cui è stato fatto un adattamento, ma estremamente diverso dal fumetto originale”. È una delle opere che più lo ha formato durante la sua adolescenza e a cui vorrebbe rendere giustizia. Ovviamente, sono diversi i film e le serie che riguarderebbe all’infinito senza mai stancarsi.

La trilogia di The Lord of the Rings, Ocean’s Eleven, Il Cavaliere Oscuro e The Social Network sono tutti titoli che se inizio anche solo per caso a vedere, poi devo necessariamente continuarne la visione.

I consigli per chi sogna di diventare regista e i progetti futuri

Molti sognano di lavorare nel mondo del cinema, ma spesso non sanno da dove partire. Mauro ha dei consigli pratici per chi non sa da dove iniziare e vuole diventare un regista: “Consiglio di iniziare. Prendere una camera, un telefono, qualsiasi cosa e iniziare a girare”.

È un lavoro fatto di mille ostacoli e tanti rifiuti prima che arrivi qualcosa di buono, quindi è importante fin da subito capire se davvero lo si ama abbastanza da dedicarci la propria vita. E poi è importante abituarsi a tirare le idee fuori dalla propria testa e metterle nel mondo reale, a discapito dei mezzi a propria disposizione perché, tanto, sarà sempre così ad ogni livello.

E il suo prossimo progetto? Si tratta del suo primo film, a cui sta lavorando da un po’: “Ci lavoro da un po’, in diverse forme e con diverse strade ma, prima o poi arriva, promesso”. Gli piacerebbe, inoltre, raccontare il set di un suo film mentre viene realizzato, giorno dopo giorno.

Da Instagram a TikTok, i social di Mauro Zingarelli

Come detto, Mauro Zingarelli è presente sui social con diversi interessantissimi profili. Su Instagram, ad esempio, è seguito da ben 256mila follower circa. Nella sua biografia, si legge:

Regista, appassionato di film in cui ci si mena e allenatore di Pokémon.

TikTok non è da meno con 125mila follower e 5,5milioni di like, così come anche il suo canale YouTube con 85mila iscritti. Lavorare con i social ha, sicuramente, il suo lato positivo.

La parte più bella è sicuramente trasformare l’atto di fare, guardare e parlare di film un lavoro. Cioè, realizzare che vengo pagato per fare la cosa che più mi piace è sempre bello. La parte più difficile, banalmente, è confrontarsi continuamente con le regole di ingaggio dei social e trovare un equilibrio soddisfacente tra quello che l’algoritmo vorrebbe che tu facessi e quello che tu vuoi, invece, fare.

Ovviamente, non avere un vero orario, dover lavorare quando gli altri riposano e vivere spesso senza stacchi veri può essere faticoso ma, se ami ciò che fai, il sacrificio sembra meno pesante.

Immagine del profilo foto credit account Instagram @maurozingarelli

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