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Food truck e social media: chi sta rivoluzionando lo street food digitale

Per mangiare fuori casa non tutti scelgono di andare nei bar o nei ristoranti. C’è chi vuole provare sapori diversi e acquista cibo ai food truck, dei chioschi che preparano pietanze veloci da mangiare e che si possono consumare seduti su una panchina.

Il food truck è una tipologia di somministrazione e di consumo di cibo che si è sviluppata in California e che negli anni del Novecento è stata presa come modello di ispirazione da investitori di tutto il mondo, che hanno messo da parte i loro risparmi per acquistare un furgone e del cibo da preparare per le persone che vogliono mangiare alimenti veloci ma saporiti. Rispetto ai fast food come McDonald’s o Burger King, i food truck non dispongono di locali ma (non tutti) di qualche tavolino e qualche sedia. Alcuni esercizi hanno una postazione fissa in cui servono i cibi, altri svolgono la propria attività spostandosi con il proprio mezzo in città che organizzano fiere e mercatini. I furgoni preparano quanti più piatti possibili: dagli hot dog alle verdure fino ai piatti gourmet da gustare a casa o sul posto di lavoro. Di pari passo con il miglioramento dell’offerta i food truck hanno allargato la propria strategia di comunicazione, e se fino a qualche decennio fa il passaparola o i volantini pubblicitari erano gli unici canali di promozione, oggi sulle principali piattaforme social si possono vedere contenuti legati al cibo da strada. Su YouTube si possono guardare video di interviste a titolari di food truck o di viaggiatori che assaggiano una pizza o un panino sia in Italia che all’estero (soprattutto a New York); su Facebook e su Instagram si possono vedere video promozionali di esercenti (sia di pietanze che cucinano che di eventi a cui partecipano); su TikTok contenuti curiosi.

Dunque il cibo da strada, sia esso di qualsiasi genere, si presta bene alla comunicazione social.

Dai food truck ai feed

Oltre che negli Stati Uniti, lo street food va forte anche in Italia e sui social media esistono tanti content creator che parlano di cibo da strada. Uno dei più famosi è Emanuele Ferrari, proprietario di Bis! Foodtruck, che oltre a servire piatti dal proprio furgone sui social media condivide ricette e video in cui visita sagre a tema. Il suo stile è simpatico ma competente. A settembre ha pubblicato un in video in cui spiega la preparazione della torta salata con i cetrioli.

Sul fronte delle sagre, uno dei contenuti che ha registrato maggior successo è il resoconto della tavolata più lunga del mondo che si è tenuta a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia e oltre a parlare del cibo ha enfatizzato l’atmosfera di festa. Succede che qualche follower voglia autoinvitarsi per provare qualche suo piatto e così condivide la serata sui canali social.

Emanuele Ferrari è diventato uno vero e proprio influencer del cibo, con marchi e organizzatori di eventi che richiedono la sua presenza per fare della pubblicità.  

Dalle pagine di Facebook al successo su Instagram: l’esempio di Mollica’s

Chi ha detto che la tradizione culinaria e lo street food non possano andare d’accordo? Mollica’s, attività gestita da Mattia Maracci e Giulia Daddi, coppia sulla vita e nel lavoro, distribuisce pietanze toscane direttamente dal loro furgone. La prima esperienza di Mattia Maracci e Giulia Daddi risale al 2010, quando hanno aperto un piccolo ristorante e, dopo averlo chiuso, hanno preso un camioncino per fare cibo da strada. Nel 2014 hanno lanciato su Facebook la pagina Decalogo del Lampredotto, e anche nel biennio delle restrizioni dovute alla pandemia ha aumentato i propri follower, arrivando a 100mila seguaci.

Oggi su Instagram si possono vedere contenuti che esaltano la Toscana non solo attraverso i piatti tipici ma anche con le espressioni dialettali usate nel linguaggio colloquiale. Ad esempio lo scorso settembre Mollica’s ha pubblicato un video in cui espone il significato della parola “bischero”, cioè una persona sciocca. Nel video Giulia Daddi ha ricordato che nel 1200 la Repubblica di Firenze offrì una somma di denaro alla famiglia Bischeri per costruire il Duomo. La famiglia rifiutò e la proprietà venne colpita da un incendio e da allora la parola bischero si usa quotidianamente. In un altro video ha spiegato l’origine della parola “i’tocco“, che in italiano significa le 13:00.

Buona parte dei video vengono girati direttamente dalla postazione da cui preparano e servono il cibo. Nonostante siano più attivi su Instagram, anche sul canale YouTube di Mollica’s sono disponibili contenuti che rispecchiano la filosofia di combinare la qualità della cucina con la simpatia e anche se sono relativamente vecchi, vengono comunque guardati perché suscitano divertimento (come quello sui doppiaggi in dialetto grossetano). Grazie al loro successo sui social media Gambero Rosso li ha voluti per condurre il programma dal 2020 ad oggi hanno pubblicato 4 libri.  

Il caso di Mollica’s dimostra che sui social media è possibile raccontare il proprio brand parlando anche di aspetti che non riguardano direttamente il prodotto. D’altronde la cucina non riguarda solo gli ingredienti, ma evoca anche origini, luoghi e costumi. Le Vegabonde Foodtruck offre cibo vegetale a chi assiste a festival o fiere. Con il loro furgone si spostano in tutta Italia, e una delle ultime tappe è stata Ravenna, dove il 12 e 13 ottobre scorso si è svolto il Lugo Vintage Festival, con più di 300 espositori e 2 km di stand. Dai video e dalle foto si comprende il loro legame con i prodotti della terra. In occasione dell’arrivo dell’autunno Le Vagabonde Food Truck ha pubblicato un posto multiplo con la prima zucca nata nel loro orto, scrivendo che presto saranno disponibili i dolcetti con la zucca e la cannella.

Restando sulla cucina vegana, anche Il Bruno Food Truck pubblica contenuti delle sue pietanze e grafiche di eventi a cui presenzia. I suoi piatti si ispirano alla tradizione orientale e contengono ingredienti biologici e del territorio. Un piatto che ha cucinato di recente è il Gochujang tempeh, tempeh biologico e senza glutine, glassato con gochujang, verdure in agrodolce e riso, presentato a settembre al Festival della Sostenibilità a Verona.    

Immagine del profilo foto credit account Instagram @mollicasfollonica

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