La figura dell’influencer è spesso legata alle attività dei brand presenti nel settore in cui opera. Come ben saprai, infatti, uno degli strumenti principali che gli influencer hanno a disposizione per monetizzare è rappresentato proprio dalle collaborazioni a pagamento con le aziende. La tipologia contrattuale e la durata del legame tra un creator e una o più aziende è alla base di definizioni come brand influencer e brand ambassador. Scopriamo di cosa si occupano, nel dettaglio, queste due figure professionali.
Chi è un brand influencer
Un brand influencer è un creatore di contenuti che associa la propria persona e la propria attività di creator ad un marchio specifico, per far conoscere e pubblicizzare i prodotti e/o servizi del brand in questione, attraverso l’influencer marketing. Un brand influencer può recensire un prodotto in vari modi, scattare foto o creare video che lo ritraggono mentre usa un certo prodotto, realizzare un video di unboxing o ancora ricorrere ad altri strumenti molto apprezzati dai follower, come i giveaway e i meet-and-greet. I brand influencer fanno dunque parte di una strategia di marketing più ampia, in cui il marchio X riesce ad intercettare e a raggiungere un pubblico – che può essere molto vasto o estremamente mirato – utilizzando il potere dell’influenza di qualcun altro.

Come diventare brand influencer
Per diventare un apprezzato brand influencer c’è un percorso ben preciso da seguire. Non ci si può improvvisare celebrità del web dall’oggi al domani. Requisito essenziale – è sempre utile ripeterlo – è saper utilizzare al meglio le diverse piattaforme social, essere sempre informato su tutte le novità in materia di formati dei post e delle inserzioni pubblicitarie, nuove funzionalità, hashtag di tendenza, cambiamenti dell’algoritmo, delle linee guida della community e così via. Secondo passaggio essenziale è scegliere con cura il proprio settore e il pubblico di riferimento.
Dovrà essere un settore che non solo ti appassiona, ma rispetto al quale hai già delle buone conoscenze di base, da perfezionare strada facendo. Pubblicare contenuti di buona qualità e con regolarità, in grado di attirare nuovi follower, è il passo successivo. Quando i tuoi account inizieranno a raggiungere numeri interessanti – in termini di visualizzazioni, follower, like e commenti – potrai decidere se iniziare a contattare i brand in autonomia, con l’obiettivo di proporti per delle collaborazioni a pagamento, o se affidarti ad un’agenzia specializzata in influencer marketing.
Cosa fa un brand influencer
Ci sono influencer con un ottimo seguito su tutte le piattaforme, mentre altri sono conosciuti come il king o la queen solo su un social network specifico. Un brand influencer può essere un blogger, un videomaker o un fotografo, soprattutto se appartiene alla prima generazione di content creator. I brand influencer del momento, invece, sono soprattutto youtuber, instagrammer e tiktoker che pubblicano regolarmente contenuti di qualità sui loro canali preferiti. I più abili sono in grado di veicolare lo stesso messaggio in maniera efficace attraverso un blog post, un carosello fotografico, un video breve e dinamico o un video lungo più lento e strutturato.
Altri, invece, devono il proprio successo solo a categorie ben precise di contenuti (ad esempio le video-ricette o le clip piene di effetti speciali). Le collaborazioni con le aziende del proprio settore di riferimento, dunque, dipenderanno da questi e da altri fattori. Facciamo un esempio: lo youtuber che ha iniziato realizzando degli unboxing con dei prodotti comprati di tasca propria – sneakers, videogiochi, ecc. – farà dunque il salto di qualità, nelle vesti di brand influencer, realizzando degli unboxing – più ricercati nei dettagli – con i prodotti forniti dall’azienda con cui collabora. L’importante è essere onesti e trasparenti con i propri follower.
Se si tratta di una collaborazione a pagamento – un singolo post/video sul proprio profilo, un’inserzione pubblicitaria o altro – il brand influencer dovrà sempre segnalare, a voce e/o inserendo hashtag come #ad, #adv, #sponsoredby, #suppliedby o #giftedby (con l’indicazione dell’azienda), che si tratta per l’appunto di un’attività per la quale percepisce un compenso. Il compenso andrà per intero al brand influencer se non ci sono intermediari nel rapporto con l’azienda. Se invece si tratta di un’attività sviluppata e gestita da un’agenzia di talent management, l’agenzia riceverà una fee per aver contribuito ad ingaggiare l’influencer in questione.

Brand influencer e brand ambassador: differenze
Spesso le definizioni di brand influencer e brand ambassador vengono utilizzate in maniera indistinta. Anche se sono piuttosto simili, ci sono comunque delle differenze che è bene conoscere. La figura del brand ambassador, ad esempio, è presente e diffusa a livello internazionale già da diversi decenni. Quindi molto tempo prima del boom dei social network e della nascita della figura dell’influencer. La funzione era quasi la stessa, ma gli strumenti utilizzati erano più tradizionali.
Basti pensare alle patinate collaborazioni delle super top model degli anni ’90 (Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Linda Evangelista, Cindy Crawford, ecc.) o a Isabella Rossellini per Lancôme, giusto per fare qualche esempio. Non solo semplici testimonial. Non solo facce, ma anche voce ed espressione dei valori e della mission aziendale. Legami che spesso vanno al di là della durata prevista nel contratto.
Carisma e public speaking
Oggi la differenza principale tra un brand influencer e un brand ambassador risiede nella natura della relazione contrattuale. In molti casi, infatti, le aziende pianificano con i brand influencer delle azioni spot o one shot. Con un brand ambassador, invece, si costruisce una relazione duratura, su fondamenta più solide. I brand ambassador sono legati all’azienda da un contratto più esteso e dettagliato e sono definiti tali grazie alla loro profonda conoscenza del marchio. I brand ambassador sono esperti del marchio, dei prodotti o dei servizi che l’azienda offre e fungono da portavoce anche al di fuori dell’organizzazione e anche in contesti diversi da quello pubblicitario.
È importante, quindi, che il creator sposi in pieno la mission e le attività dell’azienda già prima di firmare un contratto. Per diventare brand ambassador è dunque necessario avere o sviluppare doti come autorevolezza, carisma, essere in grado di sostenere un’intervista anche su temi impegnati e saper parlare in pubblico. Il perché è presto spiegato, con un semplice esempio. L’azienda con cui collabori, infatti, potrebbe chiederti – in qualità di brand ambassador – di intervenire come relatore nel corso di un evento importante, quindi di tenere uno speech in diretta su un palco davanti a migliaia di persone. Meglio non farsi trovare impreparati.