Se sull’efficienza energetica domestica rimangono ancora disparità per via del reddito, sul fronte del recupero degli scarti l’Italia negli ultimi anni si è dimostrata un paese virtuoso. La tradizione del recupero dei rifiuti è sempre esistita, ma con l’avvento dei social media sono nate delle vere e proprie comunità che segnalano il luogo in cui si trovano oggetti di arredamento con tanto di immagini e descrizione. Si tratta dello stooping, una pratica nata a New York che consiste nel recupero di oggetti in buono stato abbandonati dalla strada. Stooping deriva dalla parola inglese “stoop” che significa portico, veranda, pianerottolo, cioè quegli ambienti della casa in cui si depositano oggetti vecchi.
A New York in quasi tutti i quartieri si possono vedere divani, poltrone e tavoli sui marciapiedi pronti per essere presi e dal 2018 esiste un account che li segnala. Col tempo la pratica dello stooping si è allargata oltre i confini americani e in diverse città italiane esistono associazioni o singole persone che condividono foto e informazioni di oggetti vecchi che i proprietari intendono donare perché non più utili.

I motivi del successo
Rispetto a qualche decennio fa le persone risultano più sensibili al rispetto dell’ambiente. Ciò vale sia per le generazioni più giovani che per quelle più grandi che loro piccolo cercano di compiere azioni responsabili, ad esempio acquistando prodotti usati dell’elettronica di consumo (tablet e smartphone ricondizionati) e dell’abbigliamento. Lo stooping riflette tutti i principi di economia circolare, dato che prevede oltre all’uso anche il riutilizzo dei prodotti. Poi, prendendo un mobile in buono stato è possibile eliminare le emissioni di anidride carbonica, dato che non occorrono operazioni di fabbricazione e di trasporto e di soldi. Buona parte degli appassionati di stooping sono proprietari di immobili e residenti che cercano nuovi oggetti decorativi per la casa o il posto di lavoro.
Ma ciò che contraddistingue lo stooping da altri metodi di recupero è senza dubbio la comunicazione social. Infatti, anche se esistono fake-news sull’ambiente, i social media rappresentano un canale privilegiato per la valorizzazione delle buone pratiche, a cominciare proprio dal recupero dei mobili. Oggi la maggior parte delle persone dispone di uno smartphone con cui può scattare delle foto a dei mobili che intende dare via e girarle agli account pubblici o citarli nelle storie.
Facebook e Instagram restano i principali social network per lo stoooping non solo perché contano iscritti di tutte le età, ma anche perché delle foto sono più esaustive rispetto a un video.
Lo stooping dall’America ai social media
Grattacieli, taxi gialli sulle strade, gente sempre in movimento. Spesso New York viene descritta sommariamente come la capitale del consumismo. Eppure, proprio nella Grande Mela è nato lo stooping, che di certo non risolve il problema dell’inquinamento e del surriscaldamento climatico, ma combatte lo spreco. Se fino a qualche decennio fa le informazioni viaggiavano con il passaparola oggi esiste un gruppo che mette a disposizione di tutti i residenti i beni che si trovano all’esterno degli edifici. L’account Stooping NYC è stato creato da una coppia newyorkese e oggi pubblica diversi post al giorno. Gli ultimi contenuti pubblicati mostrano un soprammobile che ricorda una casa a tre piani, un pianoforte antico e una cassettiera in legno.
Anche se a New York non mancano i mercati delle pulci e tra amici o parenti si usa donare vecchi oggetti, guardando i post su Instagram tanta gente può recarsi al punto di sosta per osservare e, qualora raccogliere, ciò che interessa.
Anche se sono attivi altri account newyorkesi (Stooping Brooklyn o Stooping Bronx), l’account Stooping NYC resta la prima voce al riguardo e conta 485mila follower, un seguito decisamente alto se si considera che si rivolge agli abita di una singola città (seppur grande). Anche l’attrice Sarah Jessica Parker ha ammesso di seguire l’account.
Nemmeno la pandemia ha fermato lo sviluppo dello stopping e anche da noi sono nate aggregazioni e associazioni che segnalano oggetti che possono avere una seconda vita.

La pratica virtuosa anche in Italia
Una città italiana in cui lo stooping è divenuta un’usanza è Milano, che non a caso come New York è la capitale economico-finanziaria. Stooping Milano è un’associazione che si occupa di segnalare e condividere le foto e le posizioni di oggetti di scarto con l’obiettivo di sottrarli all’abbandono e allo smaltimento. Su Instagram si trova il relativo account che invita i residenti a inviare un messaggio privato con una foto e il luogo in cui si trova uno scarto. Lo slogan dell’associazione è “Ciò che per te è un rifiuto per altri è un tesoro” e dalla descrizione si comprende l’attenzione per l’economia circolare. Buona parte dei contenuti riguardano foto di articoli di arredamento come letti, dondoli e bauli con la didascalia (misure, materiale) e la zona di deposito (la maggior parte delle volte si trova fuori dalle case) e l’eventuale consegna. D’altronde lo stooping nasce proprio come una pratica virtuosa e quindi non servono altri fronzoli di comunicazione.
Rispetto a Stooping New York City, Stooping Milano presenta una struttura associativa vera e propria, tanto da organizzare eventi e collaborazioni con altre realtà. Secondo i dati dell’associazione, grazie al recupero degli scarti sono stati recuperati più di 40 mila oggetti e sono stati risparmiati più di 150mila rifiuti.
Anche una persona bolognese che cerca un complemento di arredo e non vuole spendere può trovare sui canali social l’account di riferimento. Nelle storie si legge che se camminando per strada si vedono oggetti che pensiamo sia un peccato buttare via, non siamo persone poco intelligenti ma degli stooper, cioè persone che intendono salvare un oggetto e riusarlo.
Anche a Prato è attiva un’associazione che raccoglie e pubblica le informazioni di mobili in strada. Si chiama Riclidea e oltre a svolgere attività di comunicazione, ha aperto una falegnameria in cui i bambini possono imparare le tecniche di lavorazione del legno. Restando in Toscana su Instagram si trova l’account Stooping Firenze che quasi tutti i giorni pubblica immagini di oggetti che si possono prendere.
Così, dalle associazioni fino ai gruppi autogestiti, il recupero degli scarti di arredamento funziona anche in Italia e coinvolge abitanti di tutte le città.

