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Enrico Rizzi: la voce italiana dell’animalismo in prima linea

Attivista per i diritti degli animali e content creator, Enrico Rizzi è diventato uno dei volti più riconoscibili in Italia grazie al suo costante impegno nella tutela degli animali. Da anni chiede con forza alle istituzioni di fare di più per il benessere di chi non ha voce e non può difendersi da solo.

Nel tempo, la sua popolarità non ha fatto altro che crescere di pari passo con l’impegno che ha messo nella difesa dei più deboli. In questa intervista, Enrico Rizzi ci ha raccontato il suo impegno, le sue origini e cosa lo spinge a non fermarsi mai.

Chi è Enrico Rizzi, attivista animalista e content creator

Nato nel 1989 a Erice, in provincia di Trapani, Enrico Rizzi è vegano da diversi anni: una scelta che rappresenta l’estensione naturale del suo impegno. Sua mamma è un’insegnante.

Sono cresciuto con lei. Mio papà è sempre stato assente nella mia vita.

Della sua vita privata si sa che è diplomato in Ragioneria e che ha iniziato a lavorare come agente di commercio. È stato fidanzato con una ragazza di nome Monia, per ben ventidue anni. La storia, però, si è conclusa recentemente, come spiegato in un post.

Sono cresciuto insieme a Monia e lei è cresciuta insieme a me e sarà sempre una parte fondamentale della mia esistenza. A lei devo tantissimo, anche per le battaglie che abbiamo condiviso e questo pensiero lo custodirò per sempre nel mio cuore, con tutto il rispetto che devo a questa relazione e a lei. L’amore può finire, anche se è difficile dirselo, ma il passato non si cancella e sono fiero di quello che siamo stati, come sono fiero di lei e della donna che è diventata.

Come vedremo più avanti, la passione di Enrico per gli animali è diventata una missione fatta di lotte continue, manifestazioni, tribunali e social.

Il legame con Pic: più di un cane, una parte di Enrico Rizzi

Pic è il cagnolino amatissimo di Enrico Rizzi, un Jack Russell Terrier adottato e non comprato. Dopo la separazione da Monia, la coppia ha scelto di condividere la sua custodia, così che Pic potesse continuare a mantenere un legame con entrambi, senza sentire la mancanza di nessuno dei due.

Pic è la mia ragione di vita. Il legame che ho con lui è fortissimo. Toglierei dieci anni della mia vita per donarli a lui senza pensarci due volte. In realtà, è lui che ha scelto me e la mia ex-compagna.

Cinque anni fa, Pic si è presentato a casa sua a Trapani e, da quel momento, è stato amore a prima vista. La sua storia è terribile, come quella di tanti animali che soffrono ogni giorno.

Il suo passato è terribile. Viveva legato a catena. La sua ex-famiglia, per evitare denunce da parte mia, ha deciso di cedermelo senza fiatare.

Qualche anno fa, poi, Pic è stato rapito da qualcuno che si era introdotto in casa. Dopo diversi disperati appelli e una situazione che ha distrutto psicologicamente sia Rizzi che la sua ex-compagna, Pic è stato, finalmente, ritrovato.

Le cause più sentite: randagismo, maltrattamenti e pene inadeguate

La popolarità di Enrico Rizzi è cresciuta non solo grazie ai numeri – migliaia di follower lo seguono ogni giorno – ma soprattutto grazie alla sua capacità di portare temi scomodi e spesso ignorati al centro del dibattito.

Basti pensare al randagismo, ai maltrattamenti e agli abbandoni, alle denunce, alla richiesta di leggi più severe e al costante tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica. Enrico Rizzi denuncia le istituzioni, senza mezzi termini.

L’arrivo sui social e l’impatto nella diffusione delle sue battaglie

Enrico Rizzi ha iniziato a utilizzare i social nel 2010 ma, allora, era tutto diverso. I numeri sono arrivati poco alla volta, man mano che i contenuti diventavano sempre più interessanti. La svolta è arrivata nel 2011.

In media faccio, ad oggi, circa 30 milioni di visualizzazioni al mese, ma ci sono mesi – come questo per esempio – dove ho più che raddoppiato, arrivando a 65 milioni. La gente crede nella battaglia per i diritti degli animali e apprezza il mio impegno. I social, se utilizzati bene, sono un eccellente strumento di comunicazione e di sensibilizzazione, nel caso mio.

Sono tantissime le persone che seguono Enrico Rizzi e che, grazie a lui, “hanno smesso di andare al circo, sono diventate vegetariane e vegane e non comprano più prodotti in pelle, per esempio”.

Difendere gli animali è la sua missione di vita

Ma quando ha capito che avrebbe dedicato la sua vita alla difesa degli animali? Tutto ha avuto inizio quando Enrico Rizzi aveva tredici anni.

Ho visto in un video un maiale ucciso dentro un mattatoio. Mi è crollato il mondo addosso e mi si è aperto un mondo. Ho voluto, fin da subito, provare a fare qualcosa per battermi contro questo orrore che non conoscevo. Nel terzo millennio, non è necessario mangiare animali e non è giusto. La vita è sacra, per tutti.

Così, ha deciso di diventare vegano e provare anche a salvare animali che hanno bisogno di aiuto.

Nel corso di due decenni di attività in difesa degli animali, ho salvato la vita a molti di loro. Non c’è un episodio in particolare, perché tutte le volte che togli un animale considerato da reddito dalle mani di qualcuno, oppure un gatto dalla violenza del suo proprietario e incroci i loro occhi, capisci davvero quello che hai fatto.

Si tratta di un lavoro delicato ed estremamente impegnativo che dà molte soddisfazioni a livello umano, come ci spiega Rizzi stesso.

Pirandello, siciliano come me, diceva che, quando si guarda negli occhi un animale, tutti i sistemi filosofici del mondo crollano. Aveva e ha perfettamente ragione. Io sacrificherei la mia vita per loro. L’uomo sta distruggendo il pianeta ogni giorno con le sue folli azioni. Gli animali non si sognerebbero mai di farlo.

Le battaglie animaliste e la tutela dei diritti degli animali in Italia

Purtroppo, l’Italia è ancora molto indietro nella tutela degli animali. C’è tanto da fare e, da Nord a Sud, la situazione cambia poco.

L’Italia è indietro anni luce. C’è tantissimo da fare. Mancano la civiltà, il rispetto verso chi non ha la possibilità di difendersi, verso chi non ha voce per reclamare i propri diritti. Siamo pieni di schifezze da Nord a Sud. Dalle sagre di paese che coinvolgono gli animali al palio, ai casi di violenza incredibile con uno Stato totalmente assente e inefficiente.

Sebbene si parli spesso di progressi nella protezione degli animali nel Belpaese, la realtà è ben diversa.

È davvero una pagliacciata parlare di uno Stato amico degli animali che li ha inseriti perfino nella Costituzione, quando lo stesso Stato calpesta i loro diritti tutti i santi giorni autorizzando le peggiori azioni indegne verso loro. Per non parlare della nuova Legge contro i maltrattamenti degli animali, voluta dalla pseudo-paladina degli animali, la Parlamentare più assenteista di Italia.

Secondo Enrico Rizzi – così come per molti altri volontari animalisti – nulla è davvero cambiato, perché chi commette certi reati continuerà a non finire in carcere.

La norma va assolutamente rivista, perché le pene sono assolutamente basse e le forze di polizia italiane non sono assolutamente formate.

L’educazione al rispetto degli animali che manca

La scuola è, senza dubbio, fondamentale per gettare le basi di un futuro migliore, ma la strada è ancora lunga. Spetta agli insegnanti integrare temi come il rispetto verso gli animali nei programmi scolastici.

La scuola è fondamentale. Mia mamma lo fa, nei suoi limiti, perché nessun programma scolastico lo prevede. Insegnare ai bambini il rispetto per la vita dovrebbe essere materia di studio.

Occuparsi di alcune delle tante emergenze sul territorio italiano – e, a volte, anche all’estero – non è semplice. Spesso significa trovarsi di fronte a casi di crudeltà e abbandono che lasciano il segno. Eppure, Enrico sceglie ogni giorno di esserci, di non voltarsi dall’altra parte, anche grazie al sostegno di chi lo segue e crede nel suo lavoro. Nonostante tutto, i momenti di sconforto non mancano e più di una volta ha pensato di mollare tutto.

Questo è un Paese che perseguita la gente perbene e lascia sereni i delinquenti. Ricevo tante denunce (tutte sempre per diffamazione) da parte di chi maltratta gli animali e viene da me ‘colpito’ E, per farsi scudo, mi denuncia. Devo prendermi un avvocato ogni volta, correre in Tribunale, difendermi. Per non parlare delle lettere degli avvocati di chi mi intima di togliere i post sui social contro i propri clienti e mi chiede i danni.

Nonostante le difficoltà, però, Enrico sa che è importante andare avanti, perché gli animali sono soli e necessitano di sostegno.

I miei legali hanno lavoro tutti i giorni. A volte, mi viene di mollar tutto, non posso negarlo, ma se poi penso che gli animali sono soli, non hanno avvocati, né sindacati, beh, vado dritto come un treno e non mi faccio intimidire da nessuno.

Il primo salvataggio, il salvataggio più difficile per Enrico Rizzi

Trovandosi in prima linea nella difesa degli animali, Enrico – come ben sa chi segue le sue battaglie – si scontra quotidianamente con gli orrori di cui l’essere umano è capace. Il primo salvataggio è stato estremamente difficile.

Un pitbull a Trapani utilizzato per i combattimenti. Il suo proprietario, un pluripregiudicato, gli spegneva le sigarette in testa. Aveva la testa piena di buchi. Tutti avevano paura a parlare, a denunciare. Quando ho saputo, mi sono precipitato a casa sua e, proprio in quel momento, stava spegnendo in balcone l’ennesima sigaretta in testa al cane, penso per punirlo.

Davanti a una scena del genere, Enrico non ha potuto fare a meno di intervenire, pur sapendo di mettere a rischio la propria incolumità.

Sono salito fin su al pianerottolo e ho dato tanti di quei pugni e calci che ho, certamente, messo a rischio la mia incolumità. Se apriva la porta, poteva ferirmi o uccidermi con una coltellata. Neanche con l’arrivo dei Carabinieri quel criminale aprì. Fummo costretti a chiamare i pompieri ed entrare dal balcone per salvare il cane, che ho preso in braccio e portato via.

Fortunatamente, qualche settimana dopo “quell’anima innocente fu affidata a una famiglia di Torino”. Chi fa del male a un animale ferisce la forma più pura dell’innocenza. “Ero felicissimo di avergli restituito la vita che la bestia più feroce al mondo gli stava togliendo, giorno dopo giorno, nell’indifferenza dell’uomo (i vicini di casa)”.

La forza viene dagli animali, ma siamo noi la loro voce

Enrico Rizzi trova la forza per continuare la sua lotta proprio grazie all’amore per gli animali, ma anche all’affetto immenso che moltissime persone gli dimostrano giorno dopo giorno.

Incredibile davvero quello che ricevo tutti i giorni da chi mi segue e mi incontra per strada, al bar, in treno, in aereo, ovunque. La commozione delle persone mi dà una forza incredibile. Credono in ciò che faccio. Mi chiedono di andare avanti e di non fermarmi mai. Non riuscirei mai a tradire la fiducia degli animali e di chi crede in me.

Chi lo segue da vicino – e spesso assiste alle crudeltà verso gli animali – sa bene che Enrico riesce, a volte, a intervenire laddove le associazioni non riescono, esponendosi anche di più e con mezzi molto più limitati. Anche e soprattutto le persone comuni devono, però, fare la loro parte perché è possibile farla.

Occorre iniziare a denunciare le violenze sugli animali agli organi preposti, senza essere più omertosi perché, purtroppo, in questo Paese l’omertà regna davvero sovrana. Bisogna Iniziare a cambiare il nostro stile di vita, magari diventando vegan, non andando più al circo, allo zoo, non comprando più le scarpe di pelle. Ogni azione, la più semplice, può salvargli la vita ed è l’unico modo per vivere in un mondo più sano, più giusto, più civile. Il mondo sta collassando, non c’è più tempo da perdere.

Ogni goccia conta, perché è con le gocce che si forma il mare. Possiamo davvero fare la differenza.

Da Facebook a Instagram, i social di Enrico Rizzi

Enrico Rizzi è molto attivo sui social, che considera il mezzo di comunicazione più potente per ottenere supporto e aiutare gli animali. Su Facebook, è seguito da circa 634mila follower mentre, su Instagram, da circa 160mila. Nella sua biografia, si legge:

Attivista per i diritti degli animali in Italia e nel mondo.

Presente anche su YouTube, ha un suo sito web. Sono tutti mezzi che gli consentono di raccogliere, giornalmente, le segnalazioni che gli pervengono dai cittadini che gli chiedono aiuto per casi di abusi e violenze sugli animali. Purtroppo, non mancano hater e critiche.

Sono presenti tutti i giorni. Ho imparato a gestirli, ma a tutto c’è un limite. Se vanno fuori le righe, come qualcuno fa, lo porto in giudizio. Quando poi gli arriva la carta dal Tribunale, ti contattano e piangono dispiaciuti. Tolleranza zero anche per loro.

Chiaramente, “non tutto va raccontato al mondo”. Sui suoi social, si trovano scorci della sua vita privata ma, soprattutto, testimonianze delle sue numerose battaglie in difesa degli animali. Per concludere, vale la pena ricordare uno degli aforismi più preziosi di Arthur Schopenhauer: “La compassione per gli animali è intimamente legata alla bontà di carattere e si può affermare con sicurezza che chi è crudele verso gli altri esseri viventi non può essere un uomo buono”.

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