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Kimi, l’Illustratore Folle: fantasia irriverente e visione reale

C’è chi disegna semplicemente per lavoro e chi lo fa sognando e facendo sognare. Kimi è un illustratore fuori dagli schemi, in grado di trasformare ogni foglio bianco in uno specchio della realtà. Le sue opere raccontano il nostro mondo con sincerità e ironia, mescolando quest’ultima a un tocco di surrealismo.

Content creator seguitissimo, Michele Chimienti – questo è il suo vero nome – osserva il quotidiano e lo restituisce con la sua matita in forma di provocazioni visive. Ma chi è davvero? Abbiamo avuto modo di intervistare Kimi, l’Illustratore Folle, che ci ha parlato del suo lavoro e della sua vita.

Chi è Michele Chimienti, in arte Kimi

Nato a Taranto il 4 settembre 1985, Michele Chimienti è conosciuto sui social come Kimi, l’Illustratore Folle. Della sua famiglia, sappiamo che i suoi genitori sono separati da quando aveva dieci anni e che ha anche un fratello più piccolo. Ha frequentato il Liceo Artistico e si è diplomato come Maestro d’Arte, a Verona.

Ho iniziato a disegnare fin da piccolo, la mia grande passione.

Sebbene oggi lavori come tecnico informatico – che è la sua altra grande passione – non può fare a meno di continuare a disegnare. Da bambino, disegnava gli eroi dei fumetti e, una volta trasferitosi in Veneto per lavoro, si è specializzato nelle illustrazioni sul Web che tutti abbiamo imparato ad amare. Michele è, inoltre, un vero e proprio nerd.

Oltre che illustratore, sono un nerd sotto mentite spoglie, quindi nel tempo libero amo giocare ai videogame, leggo manga e le mie serie TV preferite sono Dark, The Boys e tante altre che ora ricordarle tutte farei fatica. In generale, sono quelle d’azione (sono sempre degli anni Ottanta), fantascienza, thriller.

Michele non ama, però, i musical e adora, invece, praticare trekking e andare in palestra.

Dal gioco al successo: come tutto è iniziato per caso (o quasi)

Ogni progetto di successo ha un inizio, ma non sempre è quello che ci si aspetta. In questo caso, niente start-up miliardarie, ma un percorso che è iniziato in modo molto semplice.

Come tutte le grandi storie di genialità come Apple, Google e Amazon, anche io inizio in un piccolo garage della Silicon Valley… scherzo! Tutto ha inizio per gioco, con la tradizione della mia famiglia di storpiare i nomi delle cose.

Nessuna strategia particolare poi, ma la voglia e la capacità di raccontare la verità di tutti i giorni, divertendosi e “unendo oggetti e prodotti di uso comune con i problemi quotidiani delle persone che sui social, invece, sembrano avere vite perfette”. Il tutto trasformato in illustrazioni davvero molto belle.

Ho cercato di trasportare la realtà in un mondo finto. I primi disegni li ho caricati per divertimento, non pensando che potessi poi avere successo. Quando mi sono accorto che alla gente piaceva ciò che facevo e che comunicavo, ho cercato di farlo nel miglior modo possibile.

Non solo un personaggio: chi è davvero l’Illustratore Folle

Kimi, l’Illustratore Folle è l’alter ego di Michele Chimienti. Dietro ogni illustrazione c’è una parte di lui e non soltanto semplice stile o tecnica.

Ho sempre la battuta pronta e amo far ridere le persone. Questo nome l’ho scelto perché le mie illustrazioni sono folli, irriverenti e fanno subito capire alla gente cosa aspettarsi da me. Nelle mie illustrazioni c’è molto di me, se non tutto.

Come ci racconta, spesso ciò che disegna deriva dai momenti vissuti, ma anche dai pensieri e dai suoi stati d’animo. I suoi lavori rispecchiano ciò che sta passando. L’Illustratore Folle non nasce, ma c’è sempre stato nella vita di tutti i giorni. Sul suo sito è, poi, possibile sfogliare il merchandising che rappresenta “provocazione, un manifesto da indossare, da appendere, da usare per far riflettere”.

Le mie illustrazioni mescolano l’ordinario con l’inquietante, trasformando oggetti di uso comune e alimenti familiari in simboli potenti dei problemi sociali che ci circondano.

Un’identità costruita sull’ironia

Dietro ogni illustrazione non c’è solo una mano creativa, ma una personalità che non ha mai avuto paura di mostrarsi per ciò che è. Il legame con le proprie radici, l’ironia familiare e la volontà di non filtrare emozioni e pensieri emergono chiaramente anche nel suo rapporto con ciò che condivide: niente viene cancellato, perché tutto lo rappresenta.

Io di mio sono molto ironico e autoironico, ma molto viene dalla mia famiglia sempre allegra pronta a prendersi in giro. Mia nonna era famosa per storpiare i nomi delle cose, come i famosissimi biglietti della spesa e, forse, nasce tutto da lì.

Da sempre, Michele disegna cose reali con quel pizzico di follia che fa sorridere tutti. Tra i suoi lavori più famosi? Ci sono gli Abbiocchi, parodia dei famosi Baiocchi.

Ispirazione quotidiana: quando la creatività arriva senza avvisare

Ma c’è qualcosa che Michele Chimienti non disegnerebbe mai? Tutto quello che riguarda la politica.

Penso che non disegnerò mai qualcosa di politico. Lo lascio fare ai politici… loro sì che sanno far ridere.

L’ispirazione, invece, arriva quando meno ce lo si aspetta. Ogni momento è buono, soprattutto quando si fa la spesa.

Ciò che mi ispira maggiormente è quando vado a fare la spesa. Tra una corsia e l’altra, vengo assalito dai Punti Fragola che mi suggeriscono le nuove illustrazioni.

Kimi disegnerebbe tutti i giorni se potesse, ma il tempo non basta mai.

Solo il tempo mi impedisce di disegnare tutti i giorni. Cerco di mantenere, però, una scaletta settimanale e mi lascio trasportare dall’ispirazione. Se mi arriva l’idea giusta, la devo buttar giù subito ma, solitamente, disegno la sera perché mi rilassa e mi fa staccare dal mondo reale.

I social, la vita da content creator e il rapporto con gli hater

Essendo un illustratore, mostrare i suoi lavori sui social è stata un’evoluzione naturale. Certamente, senza questi ultimi non avrebbe avuto la visibilità che ha oggi. Questi rappresentano, infatti, un ottimo modo per farsi conoscere. Grazie a Instagram, è diventato un vero e proprio content creator e ha potuto esprimere la sua arte, rendendo quello dell’illustratore il suo secondo lavoro.

Quando ho disegnato la licenza da clown, sapevo che poteva aver successo perché condivisibile, ma non mi sarei mai aspettato una condivisione e viralità. La cosa che mi fa pensare è che per disegnarlo avrò impiegato quindici minuti, mentre altri disegni dove magari ho speso tre o quattro ore per dettagli, ecc… non sono stati visti allo stesso modo.

Secondo Kimi, quindi, capita che spesso il concetto o l’idea riscuotano più successo della qualità del disegno in sé. Non mancano, poi, purtroppo gli hater che “fanno parte del pacchetto”, ma Michele ha imparato ad apprezzarne il lato positivo: la possibilità di migliorarsi.

Rimango, però, dell’idea: ‘Ti piace? Ottimo, continua a seguirmi. Non ti piace? Ottimo, non perdere più tempo qui’.

Da Instagram a Facebook, i social di Kimi, l’Illustratore Folle

Su Instagram, Kimi, l’Illustratore Folle è seguito da circa 122mila follower che amano i suoi post e i suoi disegni.

Disegnatore di cose immaginarie, ma reali. Attenzione: rischio elevato di umorismo.

Ironico, sognatore e cinico quanto basta, condivide il suo lavoro più che la sua vita privata: “Cerco di far trasparire solo la vita da illustratore, perché non penso che qualcuno sia interessato alle mie serate plaid, tisana e joypad”. Al suo attivo, ha anche un profilo su Facebook, dove “sdrammatizza i problemi quotidiani con ironia e prodotti di uso comune”.

Immagine del profilo foto credit account Instagram @kimi85_official

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