Tra le notizie che – nelle ultime settimane – hanno suscitato un mix di curiosità, entusiasmo e timore in ambito tech, in Italia, c’è senza dubbio l’arrivo di Meta AI. Ce ne siamo accorti un po’ tutti, all’improvviso, quando su Instagram, Messenger e WhatsApp è apparsa quella barra in alto con il cerchio colorato sulla sinistra e la scritta “Cerca o chiedi a Meta AI”.
Meta Llama 1 miliardo di download
L’arrivo di Meta AI – in Europa e in Italia – è stato preceduto, nelle scorse settimane, da un annuncio rilevante per il colosso tech californiano. Vale a dire il primo miliardo di download – nel mondo – di Llama, l’open source di modelli di intelligenza artificiale di Meta su cui si basa proprio il funzionamento di strumenti come l’assistente virtuale negli account social. Spotify, ad esempio, ha integrato Llama per offrire consigli personalizzati e rilevanti per gli utenti su nuove canzoni, artisti, podcast o audiolibri.
La versione più recente di Llama, ovvero Llama 4, risulta poi ancora più performante in termini di accuratezza, utilità e velocità nelle risposte fornite alle richieste degli utenti. Per poter provare Meta AI basato su Llama 4 o sul precedente modello Llama 3.2, quindi, ricorda di scaricare gli ultimi aggiornamenti – iOS o Android, in base ai dispositivi che possiedi – delle app delle piattaforme di proprietà di Meta: Facebook, WhatApp, Instagram e Messenger. Meta AI, invece, al momento non è ancora disponibile su Threads.
Cosa può fare Meta AI per te sui social media
Il primo rilascio di Meta AI in Europa ha riguardato 41 Paesi (sul continente e oltremare) e supporta sei lingue: italiano, francese, tedesco, spagnolo, portoghese e inglese. Obiettivo dell’azienda, per quanto riguarda i prossimi aggiornamenti in Europa, è ampliare il numero di Paesi raggiunti e le funzionalità disponibili, allineando l’Europa agli Stati Uniti. Quest’ultima differenza si spiega, tra le altre cose, con le differenti normative (in Europa più stringente) in tema di privacy e trattamento dei dati personali. Anche con questa prima release europea, comunque, è già possibile fare tante cose con Meta AI.
Prova a toccare la barra dedicata a Meta AI in Messenger, ad esempio, e si aprirà una schermata con un primo elenco di attività che l’assistente virtuale può svolgere per te, con l’obiettivo di rendere l’esperienza sull’app più veloce, immediata e divertente. Meta AI può selezionare dei reel virali e/o divertenti basati sui tuoi interessi o sugli interessi dei contatti a cui desideri inviare il contenuto. Dai classici gattini ai consigli per cuocere correttamente una bistecca fino ai trucchetti per risolvere il cubo di Rubik, basta chiedere. L’assistente virtuale lo farà per te in pochi secondi, facendoti dunque risparmiare tempo e fatica. Altre funzionalità molto utili, nell’uso dei social media, sono la traduzione dei messaggi da una lingua all’altra e il controllo della grammatica e/o del lessico usato.
Attenzione alle allucinazioni e alla privacy
Anche se perfezionato aggiornamento dopo aggiornamento, anche Meta AI, come tutti gli strumenti basati su intelligenza artificiale, può commettere errori – le cosiddette allucinazioni – o presentare dei rischi in tema di privacy. Ricorda che i dati che inseriamo nelle nostre ricerche e richieste all’interno di questi tool vengono poi usati per addestrare e migliorare questi programmi.
Nel caso specifico di Meta, le informazioni fornite all’AI non vengono usate per scopi di addestramento, ma vengono condivise – come specifica la stessa azienda nella schermata informativa che si apre ogni volta che un utente desidera usare Meta AI – con dei partner selezionati per ottenere risposte più pertinenti. Proteggere i tuoi dati personali, i dati di parenti/amici/conoscenti e quelli dell’azienda per cui lavori è dunque fondamentale per evitare spiacevoli conseguenze.

Le informazioni da non condividere con Meta AI
Da più parti, a tal proposito, si moltiplicano gli inviti a non condividere con i chatbot (non solo Meta AI) dati come i numeri identificativi dei documenti personali (patente, passaporto, carta d’identità, ecc.), l’indirizzo di casa, informazioni mediche personali riservate (cartelle cliniche, interi referti, ecc.). E ancora: mantieni privati il numero del conto in banca o informazioni specifiche relative ai tuoi investimenti finanziari, pin e password, documenti riservati dell’azienda per cui lavori (in particolare quelle informazioni che aiutano a risalire all’azienda specifica), gossip con nomi e cognomi e così via.
Se quindi usi app come Messenger e WhatsApp per rispondere ai messaggi di colleghi, fornitori e superiori, fai attenzione. Stesso discorso se hai figli giovani, quindi non ancora consapevoli dei rischi legati ad una diffusione incontrollata dell’AI. Anche se in Europa, come già detto, la normativa a tutela della privacy è più stringente, la fretta e la superficialità potrebbero comunque giocare brutti scherzi.
Un approccio prudente nell’uso di Meta AI, in questa fase, sarebbe quello di affidare al chatbot solo le richieste di tipo ludico – reel di gattini, ecc. – o la ricerca di informazioni non sensibili e quindi non compromettenti: la ricetta della carbonara vegetariana, quali sono i brani più ascoltati su Spotify questa settimana, ecc. Il mondo AI è in pieno work in progress, dunque c’è ancora tempo per capire dove ci porterà.
Come interagire con Meta AI
Così come avviene con ChatGPT, Microsoft Copilot, Google Gemini e altri tool, anche con Meta AI ogni tua singola richiesta viene poi conservata – in ordine cronologico – nella schermata dedicata. Per interagire con le tue richieste e con le risposte del chatbot, puoi fare una serie di cose, in base all’obiettivo da raggiungere. Se ad esempio desideri contribuire al miglioramento di questo strumento, puoi lasciare una reaction (cuore, risata, lacrima, ecc.) così come faresti con un qualsiasi post o messaggio privato.
In questo modo, il software “capirà” il tuo livello di gradimento in merito alla risposta fornita. Se invece desideri cancellare la tua richiesta e/o la risposta di Meta, potrai rimuovere il contenuto. Come? Tieni il dito premuto sul messaggio – tuo o di Meta – e si aprirà un menu con diverse opzioni: reaction, rispondi, copia, inoltra, altro (segnala o rimuovi). A te la scelta, dunque. Nel caso dei Reel e di altri contenuti forniti dal chatbot, poi, potrai anche scegliere tra “risposta buona” e risposta scadente”. È anche con queste opzioni che le AI memorizzano le nostre preferenze, fornendo nel tempo risposte sempre più precise e personalizzate.
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