Il futuro di TikTok negli Stati Uniti appare sempre più incerto, tra rischi legati alla sicurezza nazionale, ultimatum veri e propri e dinamiche di mercato che devono sempre più fare i conti con importanti questioni etiche e normative. Nel panorama dei social media, TikTok ha rappresentato negli ultimi anni una vera e propria rivoluzione, catturando l’attenzione di milioni di utenti nel mondo (soprattutto i più giovani) attraverso una piattaforma fresca, innovativa e coinvolgente.
Tuttavia, c’è qualcosa che non è sfuggito all’occhio vigile delle autorità statunitensi, che già da tempo hanno sollevato forti preoccupazioni riguardo la sicurezza nazionale legati ad un possibile spionaggio cinese. Queste preoccupazioni hanno portato a una serie di eventi che potrebbero culminare nella messa al bando di TikTok negli USA a partire dal 2025.

TikTok bannato negli Stati Uniti?
Lo scorso aprile, il presidente Joe Biden ha firmato una legge che potrebbe portare a un divieto totale di TikTok sul territorio americano a partire dal 2025. Va detto che questo provvedimento non è arrivato all’improvviso. Molti politici e funzionari statunitensi hanno iniziato a sollevare preoccupazioni sull’app già nel 2020. Più nel dettaglio, il disegno di legge firmato da Biden concede alla società madre cinese di TikTok, ByteDance, 270 giorni per vendere TikTok.
Visto che il provvedimento è entrato in vigore, il conto alla rovescia è iniziato già da un po’. In caso contrario, ci saranno conseguenze significative: a TikTok sarà vietato l’accesso agli app store statunitensi e ai servizi di hosting internet che la supportano. Ciò limiterà sia i nuovi download dell’app che l’accesso ai contenuti del social network.
La scadenza relativa alla vendita è stata fissata inizialmente al 19 gennaio 2025. Secondo la normativa, tuttavia, il presidente americano potrebbe prorogare la scadenza di altri 90 giorni se ByteDance – nel frattempo – avrà compiuto dei passi concreti verso la vendita, dando a TikTok potenzialmente fino a un anno prima di subire il divieto definitivo.
TikTok spionaggio USA
Subito dopo l’approvazione del provvedimento, un portavoce ufficiale di TikTok ha definito la legge “incostituzionale” e ha dichiarato che “devasterebbe” i 170 milioni di utenti statunitensi e le 7 milioni di aziende che operano sull’app. Un disegno di legge simile su TikTok era già stato approvato dalla Camera a marzo, ma è poi stato bloccato al Senato.
Come già accennato, la decisione segue anni di dibattiti e di preoccupazioni per i presunti rischi di spionaggio legati all’app, in particolare per la raccolta di dati degli utenti americani da parte del governo cinese. Il dibattito si è concentrato sulla protezione dei dati degli utenti e sull’influenza che il Partito Comunista cinese potrebbe esercitare sulle aziende nazionali, compresa ByteDance. La legge riflette la crescente tensione tra gli Stati Uniti e la Cina riguardo al controllo e alla gestione dei dati personali e di numerose tecnologie.
TikTok ban USA: le ultime novità
Poche settimane dopo l’approvazione della legge, TikTok ha citato in giudizio il governo americano per il potenziale divieto, definendo la legge incostituzionale. La società ha inoltre affermato che il governo americano non ha considerato altre alternative, concretamente percorribili, alla vendita forzata da parte di ByteDance. Alcuni esperti affermano che non ci sono prove che l’app abbia causato più danni o messo a rischio la privacy degli utenti rispetto a quanto accaduto con società americane come Facebook o Google.
Il braccio di ferro a livello politico e legislativo è comunque destinato a proseguire, visto che i tentativi di forzare la vendita di TikTok sono iniziati già con l’amministrazione Trump (che potrebbe essere nuovamente eletto presidente a novembre), prima di culminare con la spinta legislativa di fine aprile 2024, sfociata in un provvedimento formale con l’attuale presidente in carica, Joe Biden.
Contestualmente alla causa di ByteDance, un primo gruppo di creator si è attivato a livello legale contro il provvedimento, sostenendo ancora una volta che la legge è contraria al primo emendamento della costituzione americana. Novità importanti, a livello giudiziario, sono attese già a settembre 2024. E altri creator, intanto, hanno minacciato di adire le vie legali. Per tantissimi influencer, infatti, le ricadute economiche potrebbero essere davvero pesanti. Se nei dibattiti online spesso la notizia è stata liquidata in modo semplicistico con l’invito ad usare una buona VPN, la questione è in realtà ben più complessa.

Cosa ne pensano gli utenti?
Se la preoccupazione di aziende, creator e altri addetti ai lavori è più che comprensibile, cosa ne pensa – invece – l’utente medio della piattaforma? La questione è stata analizzata di recente dall’autorevole Hubspot/The Hustle, attraverso un sondaggio. Metà dei partecipanti ha dichiarato di sostenere il provvedimento di ban, il 26% è contrario, al 15% non interessa per nulla e infine il 9% non sa e non si esprime.
Gli utenti già immaginano a quali alternative ricorrere: i reel di Instagram, gli Shorts di YouTube o un clone di TikTok realizzato negli USA. C’è chi ha fatto subito notare che un risultato concreto win-win verrà comunque raggiunto, che sia la vendita da parte di ByteDance o altro. Un semplice ban porterebbe sono macerie, danni, perdite economiche e cause legali.
TikTok in Europa: la situazione
Anche in Europa ci sono diverse questioni aperte che riguardano sia TikTok che la sua versione più leggera, TikTok Lite. La piattaforma sta infatti affrontando, dallo scorso febbraio, indagini formali da parte della Commissione Europea per potenziali violazioni del Digital Services Act (DSA). Le aree di interesse includono la protezione dei minori, la trasparenza della pubblicità, l’accesso ai dati e la gestione del rischio di dipendenza e contenuti dannosi.
Inoltre, anche TikTok Lite è sotto esame. Le autorità hanno infatti sospeso il programma di ricompense di TikTok Lite nell’UE, in attesa di una valutazione complessiva legata alla sicurezza del meccanismo che prevede l’accumulo di punti, dopo aver guardato dei video sulla piattaforma e compiuto altri task.
Punti che, al raggiungimento di una certa soglia, si traducono in piccoli premi come buoni digitali da spendere su alcune tra le piattaforme più popolari. Già dallo scorso anno, infine, dipendenti e altri funzionari in servizio presso le istituzioni comunitarie (Commissione, Consiglio e Parlamento) hanno dovuto rimuovere l’app di TikTok dai propri dispositivi, sia personali che aziendali, ovviamente per rischi legati alla privacy e alla raccolta dei dati.