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Dal blue collar al Made in Italy: il nuovo racconto dell’artigianato sui social-media

Il settore dell’artigianato conta sempre meno figure professionali e spesso tanti imprenditori e tante associazioni di categoria lamentano la difficoltà a trovare personale. Ebbene, se tanti giovani si rifiutano di fare lavori manuali c’è chi mostra momenti della propria attività professionale con orgoglio. Sui social media come Instagram e TikTok sta prendendo campo l’hashtag #bluecollar (colletti blu). Cioè contenuti di persone che svolgono lavori normali come falegname, muratore, elettricista o idraulico ma che godono di grande successo.

Il termine blue collar è entrato nel linguaggio comune americano negli anni Venti e oggi viene usato per indicare la classe socio-economica delle persone che lavorano come operai o come artigiani. Negli ultimi anni le professioni artigiane sono tornate alla ribalta nel dibattito pubblico. Anche dopo l’adesione nell’ottobre del 2023 di Joe Biden allo sciopero dei metalmeccanici a Van Buren (in Michigan) e le promesse di Donald Trump e Kamala Harris alle classi meno abbienti alle ultime elezioni presidenziali.  

La tendenza della condivisione della vita lavorativa degli artigiani è arrivata anche in Italia. Tanti lavoratori, pur senza mettere l’hashtag blue collar, hanno intorno a sé molto seguito come dimostra il caso di Raffaele Piscitelli, noto come Califfo.

Così se fino a qualche anno fa i contenuti degli artigiani venivano ricercati solo dagli addetti ai lavori o da persone in cerca di consigli per qualche lavoro in casa, oggi vengono apprezzati anche dal pubblico generalista.

Dall’America all’Italia: il successo degli artigiani sui social media

Giovani, anziani, uomini, donne, professionisti, amatori. I creator dei lavori manuali sono persone di tutte le età che caricano video o foto delle loro attività con utensili e attrezzi in mano. La condivisione dell’attività manuale è l’elemento centrarle della strategia di comunicazione, ma non mancano momenti legati alla vita privata e allo svago.

Ad esempio Mike Rowe, conduttore televisivo statunitense noto per essere il presentatore del programma Lavori sporchi, dopo la popolarità conquistata sul piccolo schermo, è diventato un’autorità nel settore dell’artigianato. E sui canali social pubblica anche podcast in cui intervista persone unendo così la simpatia e la professionalità. Il conduttore ha due account: quello personale e quello legato alla sua fondazione.

Solo per i suoi contenuti online è diventata una stella dei social media Lexi Abreu, ragazza di 27 anni residente nello stato di New York, che conta 2,2 milioni di follower su TikTok. Proveniente da una famiglia di elettricisti, dal 2022 pubblica video in cui cambia i fili degli impianti elettrici, stringe tubi e sostituisce gomme alle autovetture. Sotto ai suoi contenuti si possono trovare gli hastag #bluecollar o #femaleeletectrician e, come per Rowe, la sua fama l’ha portata a fare altre attività. Tanto da essere stata scelta dal marchio 3M come testimonial del loro stand alla fiera Neca 2024 e come protagonista di un video promozionale sul nastro adesivo. Sul proprio account si può trovare anche un video in cui si fa un tatuaggio.

Più spettacolari i contenuti di Aaron Witt, proprietario della società di costruzioni BuildWitt, tanto che su Instagram si possono vedere foto dei mezzi nei cantieri o escavatori in azione.

La situazione in Italia      

Seppur senza la citazione blue collar, anche in Italia tanti lavoratori manuali condividono azioni della propria attività sui social media. E i più simpatici ottengono riscontri favorevoli sia in termini di follower che di like. Piero Michaelidis, titolare della ditta Lo specialista delle pellicole, conta 40800 follower su Instagram e inizia i video con le frasi “La vuoi vedere una magia?” oppure “Rivesti, non sostituire”. Entrambe le presentazioni rappresentano delle forme caratterizzanti del proprio messaggio. Con la prima che invoca qualcosa di inedito e la seconda che richiama al riuso e al risparmio. A settembre ha condiviso un video sulla trasformazione della casa di Guendalina Tavassi. Sulle foto ha puntato Le Trecce di Nina, negozio di collari e guinzagli realizzati a mano che si trova a Massa Carrara, mentre il giovane  falegname Samuele Franceschini inserisce anche dei video con la musica.

In Italia comunque Califfo rimane l’artigiano più famoso sui social media, tanto da essere stato scelto da marchi come Wurth come testimonial per le loro campagne pubblicitarie.   

creator da seguire se amate la ceramica

Una spinta verso la riscoperta del lavoro manuale?

Il pubblico dei giovanissimi è quello più avvezzo ai social media e seguendo i creator che svolgono lavori manuali qualcuno può prendere spunto su ciò che intende fare nel proprio futuro. Alcuni artigiani sono diventati anche degli influencer, segno che per diventare una persona riconosciuta non per forza occorre essere dei modelli o dei cantanti.

I giovani di oggi risultano più affascinati dall’artigianato rispetto ai loro coetanei di qualche anno fa. Secondo l’indagine Giovani e lavoro: nuovi valori e attrattività dell’artigianato, l’87% dei giovani è convinto che l’artigianato sia molto o abbastanza importante per lo sviluppo del nostro Paese.

Alcuni dati

Per il 62% perché è espressione della ricchezza dei territori e del meglio che c’è nel nostro paese. E per il 25% perché è uno dei settori trainanti l’economia italiana. Tra i giovani che non lavorano già nell’artigianato, al 39,3% piacerebbe lavorarci ( si tratta del 39,6% delle donne e del 39% degli uomini). Tra coloro che sono pronti a lavorare nell’artigianato, il 63,7% lo motiva perché è un’attività affascinante, di grande interesse. Il 41,5% lo definisce fatto di attività utili e il 14,3% perché garantisce occupazione. Secondo le persone nate tra il 1990 e il 2006, il racconto dell’artigianato deve miscelare tradizione e contemporaneità, manualità abile e innovazione digitale, produzione materiale personalizzante e presenza su piattaforme e social. Proprio i social media restano preminenti sia per chi cerca lavoro che per chi intende avviare un’impresa. Con l’81% degli intervistati che dichiara la possibilità di presentare i propri prodotti e le proprie attività.

D’altronde i giovani sono per definizione nativi digitali, parlano più di una lingua straniera e sono attenti alla reputazione di un marchio o di un prodotto. E quindi i social media possono essere degli alleati per una nuova visione dell’artigianato.

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