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Divulgazione scientifica sui social: ne parliamo con Gianluca Pistore

Gianluca Pistore è autore del Manuale di Autodifesa Verbale da Complottista, e altri due testi scritti durante la pandemia (Il Virus che non Esisteva, con la prefazione del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro e Coronavirus: La Terza Guerra Mondiale è Contro un Nemico Invisibile, con l’introduzione del Prof. Walter Ricciardi). È Presidente dell’Associazione MelanomaDay che organizza da anni il più grande evento nazionale di prevenzione dei tumori cutanei, convegni scientifici e donando migliaia di visite gratuite.

Su Instagram ha più di 50mila follower, l’abbiamo intervistato ed ecco quello che ci ha raccontato.

Dai libri ai social il tuo obiettivo è sempre lo stesso, fare divulgazione, ma le modalità sono differenti. Come e in che misura è diversa la scrittura che utilizzi per i social?

Nei social i contenuti tendono ad essere estremamente immediati, ci scontriamo con una soglia di attenzione bassissima. Il motivo è facilmente intuibile: un reel lo vediamo apparire tra tanti mentre stiamo scrollando la home del social, deve catturarci subito o passeremo al successivo. Una persona che invece decide di acquistare il tuo libro è qualcuno che ha già scelto di dedicarti qualche ora del proprio tempo. Nel libro puoi fare un viaggio lungo, approfondito e del quale talvolta il lettore non conosce la destinazione. Sui social è necessaria una comunicazione drasticamente più veloce, che tuttavia serve solo all’inizio, a creare il contatto, poi chi vuole davvero approfondire i miei contenuti scopre il piacere di rallentare e prendersi un po’ di tempo da dedicare alla scoperta del mondo della scienza e della prevenzione.

Su Instagram affronti diversi argomenti, dalla salute all’economia, qual è la categoria che interessa maggiormente i tuoi follower e quali sono le domande più frequenti che ti rivolgono?

La prevenzione. La prevenzione è uno stile di vita che si può attuare in qualsiasi ambito, da quello sanitario a quello economico. Parlo di metodo perché alla base vi è il riconoscimento e la riduzione dei rischi. La nostra vita è fondata sull’incertezza, nessun essere umano saprebbe descrivere nei dettagli le prossime 24h ore che vivrà, figuriamoci i prossimi anni. Tuttavia, mantenendo una “certa incertezza”, possiamo lavorare su dei rischi noti e ridurli. Le scienze e la matematica ci aiutano a farlo, e io cerco di raccontare in che modo. 

Fake news, un argomento a te caro, raccontaci com’è nata la rubrica dedicata.

Perché causano la nuova ignoranza. Ai tempi dei nostri nonni l’ignoranza era causata dalla difficoltà di accesso al sapere: chi non poteva andare a scuola rimaneva ignorante. Oggi invece l’ignoranza è data da una situazione di eccessiva informazione: siamo inondati di informazioni e dobbiamo saperle selezionare, chi le seleziona male apprende concetti sbagliati. Questo è un enorme pericolo quando si tratta di temi legati alla salute, per esempio.

Pensate a chi riceve diagnosi di malattie molto importanti e si affida a cure alternative che non hanno alcun fondamento scientifico. Purtroppo siamo inondati dalle fakenews e i sistemi basati solo sulla censura hanno dimostrato di essere fallimentari, è necessario “vaccinare” le persone dalle fakenews condividendo con loro un metodo, quello scientifico, che è il migliore che abbiamo per indagare la realtà.

Tra i contenuti con più engagement spicca la rubrica “Cosa faccio se”, che vede la partecipazione di altri dottori e specialisti. Come scegli gli argomenti da affrontare? 

Quella rubrica è nata perché una sera la mia compagna si è tagliata accidentalmente in cucina e così, dopo averla soccorsa, ho pensato a quante persone può capitare nella vita di tutti i giorni un imprevisto, un piccolo incidente. In quei momenti anche le cose più banali diventano difficili perché siamo totalmente sconvolti dalle emozioni, per questo ho pensato che mi sarebbe stato utile avere una guida pratica che mi dicesse “cosa faccio se…”. Ho chiesto alla mia community quali erano gli incidenti più comuni e ho scelto degli esperti che potessero aiutarmi a rispondere. Così sono nati 15 episodi e una guida davvero carina e utile che ha raggiunto oltre mezzo milione di persone.

Account Instagram @gianlucapistore

Da divulgatore scientifico chi sono i mentori da cui ti lasci guidare/ispirare?

È difficile rispondere a questa domanda senza citare IL divulgatore scientifico: Piero Angela. La divulgazione scientifica sembra appannaggio degli esperti nel settore in cui si divulga, sembra che per parlare di sistema immunitario si debba necessariamente essere immunologi, dimenticando che l’intera vita professionale di Piero Angela dimostra che la divulgazione è una competenza di traduzione, di trasferimento di contenuti complessi a un pubblico che non ha eccellenti competenze in quel settore.

Per far questo occorre chiaramente la comprensione dell’argomento di cui si parla, magari l’aiuto di esperti del settore, ma soprattutto servono competenze di comunicazione, di metodo, di verifica dei dati e delle fonti. È per questo che amo divulgare in diversi settori e, forse, è per questo che la mia community è formata da persone curiose che ogni giorno vogliono scoprire qualcosa di nuovo.

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