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Giuseppe Faranda, il veterinario che informa (e conquista) sui social: l’intervista

Con oltre 28 mila follower su Instagram, il dottor Giuseppe Faranda, il veterinario che informa anche sui social è diventato un punto di riferimento per chi cerca consigli chiari e affidabili sulla salute degli animali domestici. La sua attività non si limita alla clinica: dal 2015 dirige l’Ambulatorio Veterinario “I Portici” a Vinovo, mentre dal 2019 ha scelto di affiancare alla professione una forte vocazione divulgativa, partecipando anche a programmi TV come Dalla parte degli Animali su Rete 4. Attivo anche all’interno della comunità veterinaria, è stato membro del Consiglio direttivo del SOVEP fino al 2019.

Oggi, il suo profilo social @drbepsvet è una vera e propria finestra informativa sulla cura e il benessere degli animali. E ha appena lanciato una nuova miniserie su YouTube: “Amici a 4 zampe“. Ecco quello che ci ha raccontato.

Dall’ambulatorio al social, quali sfide hai affrontato in questo passaggio?

Più che parlare di sfide, preferisco parlare di opportunità. La più grande è stata quella di poter comunicare non più con un singolo cliente alla volta, ma con un pubblico più ampio, unito da un interesse comune: la salute e il benessere degli animali.

Io stesso sono un pessimo paziente: ho sempre voluto sapere esattamente, passo dopo passo, cosa il medico stesse facendo o proponendo. Questo stesso principio lo applico anche nel mio lavoro con i clienti e i loro animali: mi impegno a spiegare con chiarezza ogni aspetto delle cure e dei trattamenti. Portare questo approccio anche sui social è stato un passaggio naturale: ho semplicemente iniziato a parlare al grande pubblico degli stessi argomenti di cui discuto ogni giorno in ambulatorio.

Le vere difficoltà? Sicuramente lo scetticismo, soprattutto da parte di alcuni colleghi o di chi inizialmente non credeva nel progetto. E poi l’esposizione pubblica: essere sotto gli occhi di tanti, che non sempre sono benevoli, implica grande responsabilità. Proprio per questo ho sentito la necessità di essere impeccabile in ogni contenuto, studiando continuamente per garantire che tutto ciò che condivido sia corretto e scientificamente ineccepibile.

Un altro vantaggio, però, è che parlare davanti a una telecamera, senza l’emotività e la tensione che spesso accompagna il cliente in ambulatorio, permette una comunicazione più serena e didattica. Posso concentrarmi sul problema in generale, spiegandolo in modo semplice e accessibile. Naturalmente, ogni caso clinico resta unico e prezioso, e l’interazione diretta con il cliente continua a essere una parte insostituibile e bellissima del mio lavoro.

“Amici a 4 zampe”, la tua web‑serie su YouTube prende vita: cosa offre al pubblico?

“Amici a quattro zampe” rappresenta per me un modo nuovo di comunicare, un format diverso da quello a cui il mio pubblico era abituato. In questa serie mi sono divertito a mettermi in gioco in una veste un po’ insolita, quella di conduttore, anche se definirsi così è forse un po’ troppo, rispetto a chi lo fa di mestiere!

È stato un progetto molto divertente e prezioso, reso ancora più speciale dalla presenza di Cannella, la mia inseparabile compagna a quattro zampe, che ormai è diventata una vera star sui social. Con lei al mio fianco, ogni momento è più dolce e coinvolgente.

La serie vuole affrontare, in modo leggero ma informativo, temi legati alla gestione quotidiana di cani e gatti, più dal punto di vista pratico e comportamentale che clinico. Non sono un esperto di comportamento animale, ma parlo di ciò che conosco bene: medicina generale, prevenzione e gestione consapevole degli animali da compagnia, senza sostituirmi alle figure professionali specializzate. L’idea è quella di offrire contenuti utili, raccontati con semplicità e un pizzico di ironia, creando un dialogo non solo tra me e Gloria (la co-conduttrice che potete vedere al mio fianco, insostituibile spalla!), ma anche con il pubblico.

Attraverso le domande inviate dagli spettatori, ho la possibilità di rispondere a dubbi comuni e offrire spunti pratici. E Cannella, la mia “valletta pelosa”,  dà sicuramente un tocco unico alla serie.

Spero davvero che questo format venga apprezzato e possa avere un seguito, magari con una seconda stagione.

Riesci a spiegare concetti complessi in modo semplice. Qual è il segreto per rendere la scienza accessibile?

Un mio professore, tempo fa, mi disse una cosa che mi è rimasta impressa: “Spiega al proprietario come se stessi parlando a tua madre o a tua nonna. Persone che non hanno conoscenze mediche, ma che vogliono davvero capire cosa sita succedendo.”
È proprio questo l’approccio che applico ogni giorno nel mio lavoro.

Per me la comprensione è il primo obiettivo. Se il proprietario non capisce, non può realmente aiutare il suo animale. Per questo cerco sempre modi semplici e concreti per spiegare anche i concetti più tecnici: uso spesso il disegno per visualizzare meglio quello che racconto, oppure faccio paragoni con situazioni della vita quotidiana. Funziona, perché aiuta a rendere l’informazione più chiara, più vicina, più memorabile.

Credo fermamente che rendere accessibile la scienza non significhi banalizzarla, ma saperla raccontare con parole comprensibili e rispettose di chi ascolta. Non è lo stesso linguaggio che userei in un convegno con colleghi, ovviamente, ma è esattamente il modo in cui comunico ogni giorno con i miei clienti in ambulatorio: diretto, semplice e centrato sulla persona che ho davanti.

Sui social circolano fake info sulla salute degli animali. Come affronti questo problema? 

Purtroppo, l’accesso libero alle informazioni ha anche un lato negativo: espone le persone a contenuti errati, fuorvianti o addirittura pericolosi.

Non amo screditare chi diffonde disinformazione, preferisco combatterla con strumenti più forti: verità, chiarezza e affidabilità. Il mio approccio è quello di fornire contenuti fondati su basi scientifiche e mediche, spiegati in modo semplice ma accurato. Credo sia fondamentale ispirare fiducia e guidare chi mi segue verso fonti competenti, professionali e aggiornate, anziché lasciare spazio a chi si improvvisa esperto.

Il mio obiettivo non è solo correggere le false credenze, ma anche proteggere gli animali e tutelare il valore della nostra professione. Ogni informazione sbagliata può avere conseguenze gravi, e proprio per questo ritengo che la divulgazione corretta sia uno strumento potente, capace di fare davvero la differenza.

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