Quando parliamo di e-sports facciamo riferimento a una modalità di gaming competitivo e organizzato, che coinvolge singoli giocatori, o interi team di gamers, che si sfidano, sia online che offline, attraverso l’utilizzo di videogiochi sulle piattaforme digitali.
La qualificazione dei proventi dei gamers
Ciò posto, è possibile raggruppare i proventi legati al mondo degli e-Sports in due grandi categorie:
- i proventi derivanti dall’attività di gaming online (premi e vincite) e dall’attività di streaming;
- i proventi derivanti dalle attività di sponsorizzazione e di merchandising.
Natura giuridica dell’attività dei gamers
Dal punto di vista strettamente giuridico occorre domandarsi se gli e-Sports, o quantomeno i giochi elettronici che simulano uno sport tradizionale, siano assimilabili anche dal punto di vista giuridico a dei veri e propri sport. Ad oggi, tuttavia, il procedimento di riconoscimento dell’e-Sport quale vera e propria disciplina sportiva è ancora in corso di definizione.

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Il trattamento fiscale dei redditi prodotti nell’ambito degli e-sports
Ai fini fiscali non sembra dunque poter trovare applicazione la Legge n. 91/1981 che disciplina i rapporti tra società e sportivi professionisti. Di conseguenza, il rapporto tra il team e il gamer non parrebbe equiparabile giuridicamente a quello che lega i clubs calcistici tradizionali e i calciatori professionisti. Le cose non cambiano guardando al mondo dello sport dilettantistico.
In un siffatto contesto normativo, occorre allora procedere ad una verifica caso per caso in modo tale da comprendere, anche alla luce dei rapporti contrattuali esistenti tra le parti coinvolte, in quale categoria reddituale siano ascrivibili i redditi prodotti in Italia dai gamers.
A tal fine, occorre considerare la natura della prestazione svolta dal giocatore, la quale potrebbe presentare carattere occasionale o, viceversa, abituale e professionale.

In questo senso, i gamers meno esperti e famosi, presenti soltanto in maniera occasionale in rete, potrebbero veder ricondotti i proventi derivanti dalla vincita di tornei nell’ambito della categoria dei redditi diversi ai sensi dell’art. 67, comma 1, lett. d) del Tuir.
Tuttavia, il gamer potrebbe svolgere un’attività di carattere abituale, nel qual caso bisognerà distinguere. Laddove l’attività venga svolta senza vincolo di subordinazione, il compenso del gamer potrebbe rientrare nell’ambito dei redditi di lavoro autonomo ai sensi dell’art. 53 comma 1 del Tuir. Diversamente, qualora l’attività fosse svolta alle dipendenze del team di appartenenza, il reddito andrebbe ascritto alla categoria dei redditi di lavoro dipendente ai sensi dell’art. 49 del Tuir.