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Italiani e social-media, crescono gli iscritti ma cala la fiducia negli influencer e rimane lo scetticismo sugli algoritmi  

Grazie ai sistemi digitali oggi i mezzi di comunicazione sono sempre più connessi e l’accesso ai contenuti audio, video e scritti rappresenta l’attività che assorbe il maggior tempo degli italiani, tanto che secondo ultima indagine del Censis, il 53,3% del totale segue contenuti mediatici sia al mattino che al pomeriggio e alla sera; di questi, il 40,7% (16,1 milioni) limita il consumo durante le ore del giorno e il 12,6% (5 milioni) è davanti ad uno schermo anche nelle ore della notte.  Di conseguenza è cresciuta la spesa per i dispostivi smart per avere la libertà di seguire i contenuti audio e video che lo interessano in qualsiasi luogo e momento della giornata, su qualsiasi dispositivo.

La televisione resta la regina della cross-medialità, con il 94,1,% degli italiani che ha dichiarato di averla guardata e, con la crescita dei dispostivi intelligenti, sono aumentati gli utenti della tv satellitare (+2,6%), quelli della web tv (+2,3%) e la mobile tv si consolida con il 35,0% dell’utenza (+1,4%). Anche la radio rimane un mezzo amato dagli italiani che resiste grazie alla sua capacità di ibridazione. Rimangono stabili tutti i sistemi di ascolto, con la radio tradizionale che subisce un piccolo rialzo passando dal 45,6% di utenza al 46,8% (+1,3%). Stesso aumento dell’1,3% per la radio mobile che giunge al 25,4%, mentre l’autoradio resta la modalità più seguita dagli italiani (68,9%). 

In questo scenario i social-media restano degli anelli di congiunzione tra i mezzi come la tv e la radio e il pubblico di internet, basti pensare ai successi sia di follower che di visualizzazioni dell’account Tiktok di Striscia la Notizia o alle dirette su Youtube di Radio Deejay. Nel 2024 si conferma solido l’impiego di internet da parte degli italiani con il 90,1% (+1,0% rispetto al 2023) e si evidenzia una sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (cresciuti dell’1,2%, hanno raggiunto l’89,3%). In crescita i social network, che nell’ultimo anno fanno un balzo in avanti, passando dall’82,0% all’85,3% (+3,3%).

Tra i 14 e i 29 anni si consolida l’impiego delle piattaforme legate all’immagine. Il 78,1% dei giovani, infatti, dichiara di utilizzare Instagram, il 77,6% è utente di YouTube, il 64,2% sceglie TikTok (contro il 35,4% della popolazione totale). Molto presenti i giovani sulle piattaforme di messaggistica (quasi totalmente rappresentati su WhatsApp con l’87,4%, ma rilevanti anche su Telegram con il 42,9%) e sulle multipurpose come Amazon (60,1 %).

Il pandoro-gate ha penalizzato gli influencer italiani ma resistono fra il pubblico internazionale

Quando si parla di social-media ciò che viene subito in mente sono gli influencer, cioè persone che dispongono di un grande enumero di follower e che con i loro contenuti possono influenzare le decisioni dei consumatori. Se fino a qualche anno fa il pubblico italiano si identificava nei messaggi di personalità famose sui social-media, nel 2024 il 71,2% della popolazione afferma di non aver mai seguito (nel senso stretto del termine, cioè di aver dato il “follow”) gli influencer (tra i più giovani questo dato scende al 51,4%). Il 34,4% dei 14-29enni dichiara di aver cambiato atteggiamento verso i macro-influencer a seguito del coinvolgimento della più celebre di tutte le influencer nell’ambito del Pandoro Gate, mentre per il 14,3% questo episodio non ha determinato una frattura tale da alimentare un abbandono degli influencer in generale.

Chiara Ferragni intervista a Che Tempo Che Fa
Milano, Trasmissione Tv Che Tempo Che Fa – Nove – nella foto Chiara Ferragni (MIlano – 2024-03-03, Co_Te / ipa-agency.net) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Nonostante la crisi le social-star italiane mantengono il proprio prestigio riconosciuto sia dal pubblico interno che internazionale, tanto che lo scorso 27 maggio in occasione della 7ª edizione dei WIBA Awards (World Influencers and Bloggers Awards), sono stati premiati alcuni creator di casa nostra.

Il titolo Grand Prix dei WIBA Awards 2025 è stato assegnato a Panda Boi, YouTuber italiano seguito da oltre 71 milioni di persone. Star globale su TikTok e YouTube, è noto per i suoi video comici virali e rappresenta la creatività italiana nel mondo digitale. Sono stati inoltre premiati Lionfield, duo di fratelli riconosciuto come Migliori Influencer nell’Intrattenimento, e Virginia Varinelli, premiata come Miglior Influencer nel Fashion Business.

Gli italiani rimangono divisi sulla libertà di esperessione e scettisci sugli algoritmi

Delle norme di comportamento sui social-media se ne parla ormai dai primi anni Duemila, quando la maggior parte delle persone accedeva Myspace o a Facebook dal proprio personal-computer, ma nel corso del tempo sono accaduti fatti che hanno accesso i riflettori sul rapporto tra la libertà di espressione e il rispetto del buoncostume. Innanzitutto la nascita del fenomeno degli anni hater, cioè quelle persone che  esprimono sentimenti di odio, aggressività e critiche distruttive verso altri. Poi la diffusione di campagne di inclusione, a cominciare dalle campagne body-positive (accettazione del proprio corpo) e Black-Live-Matter (attenzione ai diritti delle persone afroamericane della comunità statunitense) portate avanti sia da marchi famosi che da singole personalità più o meno famose. Fra il 2017 e il 2020 i social-media hanno fatto da cassa di risonanza a movimenti che come il Metoo o i Novax con post, commenti e like gli utenti hanno espresso la propria opinione, talvolta violando la legge tanto che diversi sociologi hanno proposto di introdurre un patentino per l’uso dei social-meida e alcuni paesi come l’Australia hanno vietato l’accesso ai minori di 16 anni.

Libertà di parola

Ma come si pongono gli italiani di fronte alla libertà di manifestazione del proprio pensiero? Nonostante le azioni legali avviate anche da persone famose,  il 55,9% degli italiani condivide l’opinione in base alla quale i social media dovrebbero permettere ai propri utenti di esprimersi liberamente su qualsivoglia argomento e in qualsiasi modo, senza restrizioni sui contenuti. Tuttavia, di questi,  il 38,6% è d’accordo nel consentire la libertà di espressione, ma ritiene necessario introdurre alcune limitazioni minime per contenuti pericolosi. In una posizione più radicale si colloca il 17,3%, che ritiene, invece, prioritaria la garanzia di un’assoluta liberà di espressione. Sul versante opposto, il 40,4% considera necessaria l’introduzione di limiti alla libertà di espressione. Di questi, il 29,6% esprime una posizione più moderata ritenendo opportuno il rispetto di regole di base per moderare i contenuti, mentre solo il 10,8% pensa sia necessaria una rigorosa regolamentazione.

Gli algoritmi

Quanto agli algoritmi, solo il 42,6% degli italiani sa esattamente che esattamente il significato e in molti casi si registra una diffidenza nei confronti dell’innovazione: per il 17,3% l’algoritmo è uno strumento informatico che prende le decisioni al posto nostro, per il 13,8% uno strumento attraverso il quale, a nostra insaputa, ci vengono sottratti dati personali e per l’8,5% l’ultima invenzione del capitalismo per giustificare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Emerge anche chiaramente che vi è una percezione diffusa riguardante architetture e applicazioni dell’IA poco trasparenti: il 59,9% degli italiani si sente spesso indirizzato nelle scelte su motori di ricerca, feed dei social, piattaforme tv o altro, il 54,7% si sente influenzato quando utilizza una piattaforma social, il 28,4% quando utilizza determinate piattaforme commerciali e il 20,8% nella consultazione di portali di news e quotidiani online.

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