Quanto parliamo di viaggi sul web nel panorama italiano Federica Piersimoni rappresenta un’assoluta certezza. Nel lontano (ormai) 2008 ha aperto un blog di viaggi low cost di successo, diventando un punto di riferimento per chi ama il settore travel. Nel corso degli anni è riuscita sempre a stare al passo con i tempi, cambiando il modo di raccontare le sue avventure senza però mai perdere la sua identità e il suo modo di vivere i viaggi.
Scopriamo, con una bella chiacchierata con lei, gli inizi della sua avventura, come è cambiato il mondo del travel blogging con l’arrivo dei social network, a quali profili si ispira e le giornate di Federica tra blogging e la vita di tutti i giorni. Ecco la nostra intervista.
Sei stata una delle prime travel blogger italiane: com’è nata la tua attività di blog e, successivamente, social?
L’attività di blogger, o meglio di travel blogger, è iniziata assolutamente per caso nel 2008, una sera di giugno. L’idea era di trovare un posto nel digitale dove scrivere di quello che mi appassionava, di viaggi e meglio se low cost. Con il tempo mi sono resa conto che la costanza e la tematica precisa che trattavo avevano chiamato un pubblico desideroso di conoscere meglio le mie destinazioni e chi le raccontava. I social network sono stati per me un passo naturale, un’evoluzione digitale necessaria per continuare a comunicare con le persone che non solo cercavano contenuti di viaggio, ma a volte si imbattevano in fotografie o video che potevano appassionarli. Così è arrivato Instagram, i reel e le stories, dove quotidianamente attraverso il mio profilo pubblico consigli di viaggio e racconti.
Come è cambiato il mondo del travel da quando hai iniziato ad oggi?
È cambiato moltissimo, è innegabile. Quando ho iniziato nel 2008 si leggeva molto perché i social network non esistevano come oggi, Instagram non c’era proprio. Si leggevano gli articoli, si commentava, si usavano i forum e al massimo si andava su Twitter, quello che oggi è X, per scambiare opinioni di viaggio o trovare consigli. Oggi il mondo del travel è tutto basato sul video, rigorosamente verticale. Si passa da Instagram per trovare l’ispirazione di un viaggio e, solo dopo, se la destinazione ci ha davvero preso, si va a fare una ricerca approfondita su Google e allora si incappa in qualche blog. La tendenza è completamente cambiata rispetto a 15 anni fa.

La tua campagna di influencer marketing travel preferita?
Ce ne sono state diverse. Ricordo con interesse tutte le campagne sviluppatesi nel periodo che tutti abbiamo vissuto del Covid. Come Travel Blogger non potevo viaggiare ed ero in lockdown come la maggior parte della popolazione. Alcune agenzie e brand illuminati si sono davvero superati inventando campagne di Influencer marketing molto interessanti a mio avviso e riuscitissime, tema viaggio, senza farci spostare da casa. È personalmente questo tipo di creatività a cui sono grata quando penso al mio lavoro. Non è fare come si è sempre fatto che ci porterà a migliorarci, ma è vivere il tempo che abbiamo con maggiore intelligenza.
Hai dei profili travel preferiti da suggerirci?
Sono una blogger atipica, seguo pochissimi profili di viaggio. Negli anni ho capito una cosa importante e cioè che la mia salute mentale vale più del mio lavoro. Seguo esclusivamente persone che stimo, che mi fanno ridere o che mi informano e intrattengono. Non seguo i “più noti” solo perché lo sono e non seguo qualcuno solo perché l’ho incontrato in un press tour. Seguo tanti amici, persone comuni della mia città. Molte volte, quando cerco una destinazione di viaggio e faccio la classica ricerca su Google, mi trovo su blog interessanti a cui poi fa seguito la ricerca su Instagram del loro profilo e allora sì, trovo persone che mi piace seguire per la loro preparazione e non per altro.
Come descriveresti la tua attività oggi?
Mi descrivo come giornalista e blogger e questo mi caratterizza già moltissimo. L’attività che predomina le mie giornate, essendo una libera professionista, è quella di scegliere e catalogare. Scegliere quali lavori svolgere e catalogare i miei pensieri e le mie attività. Non mi definisco una content creator, termine che va molto di moda, penso di essere per lo più una persona che scrive e racconta luoghi. Come mi definisco per me è sempre stato un punto poco definito della mia vita, perché questo lavoro e queste tecnologie sono così veloci e dinamiche che se dovessi farmi la stessa domanda tra 10 o anche solo tra 5 anni, forse ti risponderei diversamente 😀